La soluzione finanziaria trovata per far fronte alla situazione della compagnia di bandiera sarebbe quella di un ingresso di Poste Italiane in Alitalia con una partecipazione di 75 milioni (sui 300 necessari per l'aumento di capitale) che significherebbe un'acquisizione di quote per il 10-15%.
E' previsto per oggi il consiglio di amministrazione di Alitalia con all'ordine del giorno la manovra da 500 milioni: 300 dall'aumento del capitale e 200 di prestiti bancari, si spiegano cosi gli incontri del Primo Ministro Letta con Federico Ghizzoni e Gaetano Miccichè, i numeri uno di Unicredit e Intesa Sanpaolo, le due banche italiane maggiormente esposte.
Tutte le indiscrezioni portano a pensare a questa via come soluzione ma se così non dovesse essere non si riuscirebbe a salvare l'azienda, impedire la sospensione della licenza e comprare la benzina (Eni ha dichiarato che non concederà più carburante a credito avendo fatture inevase per diversi milioni).
Quindi toccherà alla società guidata da Massimo Sarmi l'ennesimo salvataggio statale per impedire che già da domani i voli rimangano a terra, come minacciato ieri da Vito Riggio, presidente dell'Enac (ente nazionale per l'aviazione civile): "Penso - ha affermato Riggio - che nel consiglio di amministrazione di Alitalia di domani arriverà il via libera a una manovra finanziaria da 500 milioni, ma se così non fosse dopodomani ci vengono a riportare la licenza perché se la compagnia non ha né liquidità né fondi per far fronte ai propri impegni i suoi aerei restano a terra".