Nel rapporto mensile rilasciato nei giorni scorsi, l'Abi fornisce un quadro del mercato del credito poco rassicurante per le prospettive economiche italiane: le sofferenze in crescita, prestiti a famiglie e imprese in calo con tassi di interesse che però vanno a stabilizzarsi al ribasso. Dalle tabelle pubblicate, si possono ricavare diversi segnali negativi che provengono dall'economia reale, soprattutto per quanto riguarda le famiglie e le piccole e medie imprese.

Sofferenze in crescita

Al termine dello scorso anno le sofferenze nette complessive sono salite a quota 80 miliardi (155 miliardi al lordo delle svalutazioni) ovvero il 4.33% degli impieghi e il 20,61% su capitale e riserve degli istituti di credito.

I dati segnalano 1.205.000 clienti in sofferenza di cui poco più di un milione per importi inferiori a 125.000 euro.

Il profilo di rischio dell'attività bancaria è quindi notevolmente aumentato a causa della durata e dell'intensità della crisi economica e questo, in combinazione con la stretta patrimoniale e del quadro regolamentare in atto nel settore bancario europeo continua a penalizzare le piccole e medie imprese italiane, storicamente molto dipendenti dai finanziamenti provenienti dagli istituti di credito per via della cronica sottocapitalizzazione in termini di capitale di rischio.

Prestiti e costo del denaro

Complice la contrazione dell'attività economica e degli investimenti e un incremento del profilo di rischio, i prestiti a famiglie ed imprese hanno subito nel corso del 2013 una contrazione annuale del 4% attestandosi a quota 1.416 miliardi di euro (-100 miliardi di euro da gennaio 2012).

Al netto del comparto finanziario, per la clientela del Belpaese il differenziale fra tassi di interessi medi attivi e passivi si è attestato su un livello piuttosto contenuto, a circa 200 punti base, e questo è un primo segnale che la politica monetaria ultraespansiva della BCE attuata negli ultimi tempi, seppur lentamente, si sta trasmettendo all'economia reale limitatamente alle posizioni "business as usual", ovvero nei casi a basso profilo di rischio.

In altre parole, le condizioni di mercato sono tornate accettabili per gli operatori che dispongano di sufficienti garanzie e richiedano finanziamenti per un business solidamente avviato o poco rischioso mentre per coloro che non si rientrano in questa casistica le condizioni di praticabilità del mercato del credito permangono molto difficili.

Rilanciare gli investimenti

Il clima di sfiducia generale e la persistente debolezza della domanda interna influiscono negativamente sul quadro macroeconomico e alimentano aspettative poco incoraggianti per quanto riguarda le prospettive di una economia che, seppur ha smesso di contrarsi nell'ultimo trimestre dello scorso anno, non sembra in grado di tornare ad espandersi ad un ritmo tale da poter consentire di riassorbire una disoccupazione che ormai ha toccato livelli record, soprattutto nel settore giovanile. L'aumento delle diseguaglianze nella distribuzione del reddito della popolazione è una delle ragioni strutturali che affondano la domanda interna e acuiscono la crisi sociale del Paese.

La contrazione del credito a causa della crisi finanziaria e il clima di incertezza generale costituiscono un mix micidiale sulla propensione agli investimenti, laddove gli investimenti pubblici e privati, ad oggi, sono l'unico fattore chiave che potrebbero in questa fase stimolare lo sviluppo attraverso un sostengo della domanda interna.

Fermo restando l'avanzo primario di bilancio a presidio del debito pubblico, il nuovo governo dovrebbe impostare una politica economica efficace per questa fase e quindi orientata ad una progressiva riduzione della pressione fiscale su lavoro e impresa, finanziata da una ristrutturazione e riqualificazione della spesa corrente, e un incremento degli investimenti in attività strategiche come l'agenda digitale che aumentino la competitività di lungo periodo, finanziata da un limitato aumento del prelievo sulle rendite e sui patrimoni "improduttivi".

In questo senso vanno salutate con favore le misure attuative della nuova legge Sabatini con cui dal 31 marzo sarà possibile accedere a finanziamenti agevolati su beni strumentali tramite la Cassa Depositi e Prestiti e l'introduzione dei minibond con cui le PMI potranno superare il credit cruch che è contenuta nel decreto Destinazione Italia, ieri convertito definitivamente in legge al Senato.