La scorsa settimana è scattato l'aumento delle accise sui carburanti di 0,24 centesimi di euro al litro, il decimo registrato in Italia negli ultimi cinque anni. A tal proposito Carlo Rienzi, il Presidente del Codacons, ha rivolto un appello al governo, chiedendo che venga attuato un provvedimento, promesso da anni, un meccanismo che provveda a bloccare l'aumento del carburante una volta per tutte, evitando una tassazione troppo elevata tra le accise e l'Iva.
Una richiesta più che giustificata, poiché ogni volta che il governo necessita di risorse scatta l'aumento delle accise e gli automobilisti sono tra i primi a pagarne le conseguenze.
L'aumento, anche se contenuto, può portare con sé effetti pesanti, si pensi ad esempio a quelle zone dell'Italia dove l'88% dei trasporti avviene per strada.
I mercati sembrano ormai in discesa, ma senza essere troppo frettolosi, l'Eni ha deciso di aumentare la benzina e il diesel a piccoli millesimi di 0,5 tenendo conto anche dell'aumento di accisa. Anche Esso prosegue su questa strada, aggiungendo un importo di 0,5 centesimi di euro al litro sia sulla benzina che sul diesel, mentre Shell solamente sulla "verde". Il Gpl nel frattempo continua con la sua discesa, con un prezzo medio praticato a livello Paese tra 0,763 euro/litro di Eni e 0,784 di Tamoil. Per quanto riguarda la benzina, la media è tra 1,769 e 1,794 euro/litro sempre rispettivamente per l'Eni e Tamoil. Per il diesel invece si passa dall'1,692 euro/litro di Eni all'1,712 di Q8 e Shell.
L'aumento di accisa era previsto ad agosto e invece eccolo qui e resterà in vigore fino alla fine di quest'anno.