Internet, velocità, notizie, informazione, disinformazione, sono elementi in cui la ricerca della verità è spesso confusa tra le menzogne raccontate in stile attendibile. In molti credono a notizie false e tendenziose diffuse e discusse attivamente sui social, senza prodigarsi prima a verificarne attendibilità e a controllarne la provenienza per la fretta di riempire spazio sul web o postare quel che passa in mente.

Nella ricerca del World Economic Forum tra i maggiori pericoli c'è il diffondersi di notizie false che distraggono e disorientano l'opinione pubblica che espongono molti a considerare per vero ogni tipo di falsità costruita ad arte per disinformare la massa ed evitare la costruzione di una corretta opinione in merito a fatti dimostrati.

L'attenzione collettiva nell'era della tecnologia dell'informazione anche disinformata può essere il succo che descrive una società frettolosa nell'accogliere i fatti e credulona nel dare per vero ogni avvenimento comunque raccontato sul web. Ciò è un grosso problema che affievolisce il senso critico dell'ascoltatore o utente web e incide nella nostra società. Il tempo speso per analizzare i fatti è davvero poco mancando un rigore nel raccogliere le informazioni e fare ricerca accurata di quanto è esposto sui mezzi di comunicazione.

È chiaro che, spesso, ad arte, sono create notizie false e confuse, deformazioni di eventi per sballottare il consumatore d'informazione su sponde opposte alla verità di modo che la realtà virtuale diventa anche reale e ogni battuta, commento, parolaccia, satira, esagerazione sia percepita autorevole e credibile quanto basta per portare consenso, popolarità, importanza o manifestazione d'interesse utile a qualcuno o verso qualcosa.

In buona sostanza, per la cattiva abitudine di non fare ricerche attente su ciò che è letto, si cade spesso nel considerare notizia una "bufala" propinata per creare scompiglio, reazioni scomposte della massa, riempire testate giornalistiche e spazi web senza desiderio se non quello di confondere e distrarre, senza contribuire con elaborati veri e di arricchimento per chi legge.

La ricerca della verità e delle fonti oggettive è un problema nell'era in cui tutti possono scrivere di tutto e raccontare ogni cosa, e lo studio in questione, seguendo oltre due milioni di persone sui social media durante le elezioni italiane dell'anno scorso, evidenzia come molti "interpretano ogni smentita alle proprie opinioni come una manovra occulta degli avversari" e ci sono molti seguaci delle "teorie del complotto" ordito ai loro danni.

La "dinamica sociale" su internet, secondo lo studio citato, mischia il vero e falso con l'affermazione delle falsità sulla verità.

L'"attivista online" scansa i confronti con le fonti che lo contraddicono con la convinzione che "spargano falsità per interessi spregevoli". Manca la sintesi delle molte versioni diffuse sul web su un fatto e ciò non pone chi legge di formarsi un'opinione completa, indipendente matura, e le menzogne sono molto spesso camuffate per notizie da credere senza obiettare.

La preoccupazione che evidenzia lo studio è suscitata dal fatto che sono equiparate sullo stesso piano sia fonti professionali sia quelle senza alcuna autenticità e chi cerca d'informarsi, non è in grado di evitare di dedicare attenzione a ciò che è semplicemente spazzatura informativa. Oggi il dilemma è anche essere o non essere vero in ciò che si legge e sul quale si affina il proprio giudizio di cittadino e utente web.