L'inserto Finanza e mercati del Sole 24 Ore riposta l'affermazione di Bloomberg Industries, secondo cui passerà poco tempo, al massimo 10 anni, e la sigaretta elettronica sarà il nuovo modo tradizionale di fumare.
La stima è stata fatta a livello mondiale, dove i dati dicono che le sigarette elettroniche fatturano attualmente 3,2 miliardi di dollari, che al momento corrisponde solo allo 0,5% del mercato delle sigarette tradizionali. Ma le prospettive sono positive, perché si pensa che questo mercato sia solo all'inizio. Le stime future parlano di una crescita del volume d'affari fino a raggiungere la cifra di 225 miliardi di dollari in qualche anno.
Questo, unito al dato che già le bionde hanno subito un crollo di oltre il 30 per cento a partire dall'anno 2000, fanno pensare che la sigaretta elettronica prenderà presto il sopravvento.
Sigaretta elettronica in Italia: i dati sono negativi
Ma se queste sono le stime a livello mondiale, in Italia le cose sembrano andare diversamente.
Dopo il decreto sulla tassazione del 58,5% da parte dello Stato (16 novembre 2013), poi bloccata da un'ordinanza del Tar del Lazio che ha definito la decisione 'irragionevole', il futuro delle sigarette elettroniche è in bilico.
Un rapporto dell'ISS sostiene che dal 2011 al 2012, il fumo elettronico ha subito un calo di circa l'8%. Anafe Confindustria, associazione dei produttori di fumo elettronico, ribatte che lo scorso anno il mercato ha fatturato una cifra vicina ai 400 milioni di euro.
Ad ogni modo, l'applicazione della maxi tassa avrebbe favorito i produttori di tabacco, perché l'aumento previsto sui prezzi finali della sigaretta elettronica sarebbe stato del 300%.
Che lo scopo fosse quello?