Il Crowdfunding, la forma di finanziamento dal basso per chi non ha accesso ai canali classici del finanziamento. La forma di reperimento fondi scelta da migliaia di persone nel mondo, per realizzare progetti ed idee innovative.



Dell'andamento in Italia, ne abbiamo parlato con il Dottor Claudio Fioresta, fondatore di Crowdfunding-Italia, da poco acquisita da Kapipal Inc. Un dialogo sulla base dell'"Analisi semestrale delle piattaforme italiane di Crowdfunding", realizzato da ICN (Italian Crowdfunding Network).



- Nel rapporto dell' ICN, Crowdfunding-Italia è considerata una ibrida (reward + donation).

Lei pensa sia la definizione corretta?



No, non credo che la definizione sia corretta. Crowdfunding-Italia predilige progetti con forti esternalità positive verso una comunità, piuttosto che il benessere di un singolo individuo. La raccolta fondi a scopo personale al momento non è il nostro core business...ma magari le cose cambieranno in futuro. Ad oggi, preferiamo sponsorizzare progetti che prevedano premi per i donatori e soprattutto che mirino alla creazione di qualcosa.



- Dalle risposte del questionario somministrato da ICN, si evince che le piattaforme di Crowdfunding nascono "come strumento di contrasto alla crisi economica" e come "sostegno all'arte e alla cultura, alla crescita delle comunità locali".

Lei cosa ne pensa in merito?



Penso che l'accesso al credito sia diventato molto difficile, se non impossibile, sia per i piccoli imprenditori, che per i promotori di progetti ad alto rischio (arte, musica etc.) o con scarso ritorno di investimento concreto (non profit). Nella situazione economica attuale, la prospettiva di breve periodo impone molta cautela.

Tuttavia, l'incremento della risposta dal basso, il Crowdfunding appunto, dovrebbe aver lanciato un segnale forte sia alle istituzioni, che alle banche. La cautela eccessiva in materia di finanziamento a sostegno di imprese e progetti, è davvero la strategia migliore per supportare una crescita economica e sociale?

- Nelle conclusioni, gli autori del rapporto, scrivono: "Con oltre 50 piattaforme presenti sul mercato, sarebbe forse il caso di fermarsi a riflettere su ciò di cui la "folla" ha davvero bisogno e avviare strategie di integrazione".





Perfettamente d'accordo, ma credo che il "mercato" si auto-regolerà. Le piattaforme sono nate per una domanda crescente, oltre che per la possibilità di business. Ovviamente, sopravviveranno solo quelle in grado di offrire un valore aggiunto maggiore, un network più ampio rispetto alle connessioni personali di un promotore. Credo che tra qualche anno, il panorama sarà molto diverso. Certamente Kapipal - Crowdfunding-Italia vi faranno parte.



- Quali sono le aree in cui il Crowdfunding dovrebbe farsi conoscere di più.



Direi che le potenzialità del Crowdfunding sono infinite, ogni settore potrebbe giovarne, in primis il non profit.

- Quali le prospettive del Crowdfunding italiano nei prossimi 5 anni secondo lei?





Il Crowdfunding seguirà l'andamento delle nuove tecnologie e lo sviluppo dei media. Riuscendo a raggiungere un maggior numero di utenti grazie allo sviluppo ulteriore delle forme e dei mezzi di comunicazione e favorendo l'ottimizzazione di tempi e modalità di pagamento, il fenomeno Crowdfunding non potrà fare altro che espandersi e rafforzarsi. Già in altri paesi il Crowdfunding e stato istituzionalizzato come vera e propria forma di finanziamento. Voglio credere che l'Italia non si distacchi da questa prospettiva.