Dopo Fitch anche Moody's boccia l'economia Russa. Entro fine gennaio tocca a Standard & Poor's esprimersi sulla Russia. Pil previsto in forte ribasso e Paese a rischio "spazzatura". Sono questi in sintesi gli avvenimenti che hanno accompagnato l'inizio del 2015 per l'economia russa. Le tre maggiori agenzie di rating denominate le "tre sorelle" sono tutte concordi sulla valutazione negativa dell'economia russa. Il rating sovrano della Federazione russa è a un passo dalla valutazione "junk" ovvero spazzatura, valutazione secondo la quale l'investimento diventa speculativo quindi a forte rischio.
Moody's si esprime sul Pil della Russia stimandolo in ribasso del 5% per il 2015 e un successivo calo per il 2016 (-3%).
Perché il Pil Russia è in ribasso?
Innanzitutto la Russia si trova a dover gestire una pesante svalutazione del rublo avvenuto nelle ultime sedute dei mercati valutari. Ci vogliono oltre 80 rubri per fare un dollaro e oltre 100 rubri per pareggiare il valore di un euro. Connesso a questo c'è la pesante crisi della quotazione del petrolio che è scesa sotto quota 50 dollari al barile, valore che si è ridotto a circa un terzo rispetto a qualche settimana fa. Non bastasse, pesano le sanzioni che negano l'accesso ai finanziamenti sui mercati internazionali. A seguito di queste sanzioni banche ed imprese statali russe non possono avvantaggiarsi di finanziamenti provenienti da Paesi esteri.
Ecco i motivi per cui Moody's venerdi scorso ha tagliato il rating sovrano della Russia da Baa2 a Baa3, strada già percorsa da Fitch il 9 gennaio (da BBB a BBB-).
Il rating è a un passo dalla "spazzatura" il che prevede necessariamente che per riuscire a vendere titoli di Stato russi bisogna elargire agli investitori una percentuale di guadagno ulteriore, in linea con la fascia "speculativa" dell'investimento. Ecco perché l'economia russa rischia di avvitarsi su se stessa. Rublo, petrolio e sanzioni internazionali potrebbero innescare un pericoloso circolo vizioso e la valutazione di Standard & Poor's di fine gennaio potrebbe essere la definitiva consacrazione della crisi dell'economia russa.