Se cent'anni fa volare era permesso solo al superuomo che, temerario, si lanciava nell'impresa, oggi invece è quasi più facile che cenare in città. E può costare anche meno. Da 30 anni esatti l'arpa irlandese della Ryanair vola nei cieli europei su più di 1500 tratte in 28 Paesi. La società, che negli anni è cresciuta esponenzialmente anche grazie ad alcune deregulations, ha un utile netto di 522 mln € e, nonostante la crescita dei competitors, vanta il primato europeo di compagnia low cost in termini di risultati economici, posizionamento competitivo e nomea del brand.

Ciò che ci spinge a volgere lo sguardo a Ryanair sono i ridondanti annunci, l'ultimo del CEO O'Leary pochi mesi fa, circa progetti per voli intercontinentali dall'Europa agli Usa. "Presto a New York con poche decine di euro" è il grido più urlato dai social. Sarebbe rivoluzione. Il nuovo american dream.

Troppo bello per essere vero se non fosse che si tratta di marketing a costo zero. Analizzando il business model di Ryanair si comprende, non troppo difficilmente, che gli annunci sono del tutto infondati. Per attuare un piano del genere l'azienda dovrebbe stravolgere l'assetto strategico di cui si è dotata in questi 30 anni e implementarne un altro completamente nuovo, sperabilmente altrettanto efficace e lodevole.





L'attuale business model di Ryanair

Quando una company supera i 5000 miliardi di € di fatturato nulla è lasciato al caso. La strategia è cinica ed è il suo principale elemento di competitività prima e di successo poi.

Gli albori della compagnia sono imperniati su pochi e lineari concetti: bassi costi, basse tariffe, grandi volumi ed economie di scala.

Racchiudendo questi quattro punti nasce il cerchio magico di Ryanair in grado di autoalimentarsi negli anni e di mantenere la strategia allineata ai propri obiettivi.

Le basse tariffe, cuore pulsante del tutto, sono sostenibili in virtù della ricerca forsennata di efficienza. Ad esse corrisponde un'aspettativa di servizi extra pari a zero, i quali sono opzionali a pagamento.

Le tratte, esclusivamente europee, mirano ad un target young poco pretenzioso in materia di confort. I bassi costi fissi e variabili sono altresì sostenibili in virtù dell'uniforme flotta aerea (boeing 737) e della scelta di aeroporti secondati nelle destinazioni. Da non sottovalutare è l'equità di trattamento per tutti i passeggeri oltre che la non sindacalizzazione del personale.

Si tratta dunque di una strategia aziendale ben organizzata che, riuscendo a garantire la sostenibilità delle tariffe talvolta irrisorie, ha successo.

Ryanair nell'ipotesi di voli intercontinentali

In tale ipotesi Ryanair semplicemente non potrebbe esistere. La tratta intercontinentale significherebbe dotarsi di aerei diversi, più grandi e costosi.

Bisognerebbe introdurre dei servizi aggiuntivi come pasti e differenti classi di volo. In estrema sintesi l'intera strategia sarebbe stravolta in favore di un necessario cambiamento di abito che le sottrarrebbe la leadership in un settore di mercato molto complesso come quello aereo. Le nuove esigenze mal si concilierebbero con una compagnia low cost.



In conclusione, escludendo magie dell'arpa irlandese, non avremo nel prossimo futuro voli intercontinentali a poche decine di euro. Nonostante gli annunci in tal senso siano ricorrenti, ma prontamente smentiti occorre ricordare che l'obiettivo è strettamente pubblicitario. Citando O. Wilde "bene o male, l'importante è che se ne parli".