La botta ai conti pubblici che diede la bocciatura, da parte della Consulta, del blocco delle pensioni della Legge Fornero, rischia di essere solo un piccolo incidente rispetto a quello che si potrebbe scatenare il 23 giugno. Infatti per quel giorno, la Corte Costituzionale dovrebbe riunirsi per valutare la presunta incostituzionalità del blocco degli scatti della perequazione per il contratto dei lavoratori delle PA. In soldoni, si tratterebbe di un salasso da 35 miliardi di rimborsi a cui andrebbero aggiunti almeno altri 13 per coprire le maggiori spese relative agli stipendi, a partire dal 2016.

La storia:

Al centro del problema c'è il blocco dei contratti e degli stipendi per i dipendenti pubblici deciso per il periodo compreso fra il 2010 e il 2015. Questa decisione è nata dal Decreto "Salva Italia" del Governo Monti nel 2011 ed a firma dell'allora Ministro Fornero. Di fatto furono congelati gli scatti annuali per l'adeguamento al rincaro del costo della vita, per tutti i contratti dei dipendenti pubblici. Niente di diverso di quanto accaduto con le pensioni, anzi storia del tutto identica anche come punti di diritto ed effetti, dato che si teme la possibile restituzione retroattiva di quanto tolto ai lavoratori.

Gli importi per i conti pubblici:

La stima di quelle che potrebbero essere le conseguenze per il Governo è stata fatta dall'Avvocatura di Stato che ha reso pubblici i risultati per cercare di "persuadere" la Corte Costituzionale a non usare la stessa mano pesante usata per le pensioni.

Dopo il Ministro Padoan, anche l'Avvocatura ha di fatto, avvisato la Consulta dei danni che potrebbe causare l'ennesima bocciatura di un altro pezzo di Legge Fornero. Si tratterebbe come detto di 35 miliardi da restituire e 13 da dare come aumenti degli stipendi a partire dal prossimo anno. Sarebbe un colpo durissimo per il Governo che già ha avuto difficoltà a restituire il maltolto ai pensionati (infatti hanno scelto di restituire solo 2 miliardi dei 13 o 14 che effettivamente toccavano per le pensioni).

Le polemiche:

La "guerra totale" tra Corte Costituzionale ed esecutivo continua a far discutere. I sindacati dei dipendenti pubblici dicono che le stime dell'Avvocatura siano state gonfiate per incentivare la Consulta ad un parere favorevole al Governo. Le ultime tre sentenze della Corte, hanno di fatto dato sempre dato torto al Governo.

Infatti oltre alla sentenza sulle pensioni c'erano state anche quelle sugli aumenti di accise sulle sigarette elettroniche e quelle sui dirigenti dell'Agenzia delle Entrate illegittimi.

Quello che potrebbe succedere:

Le conseguenze come detto sarebbero forti per l'Esecutivo ma sicuramente si abbatterebbero sui cittadini. Si rischierebbe di far saltare le clausole di salvaguardia. Il Governo avrebbe mano libera per trovare i soldi nel modo più facile che conosce, l'aumento delle tasse. Scatterebbero sicuramente gli aumenti dell'IVA al 24% a partire da gennaio 2016 e fino al 25,5 entro il 2018. Anche le accise sui carburanti verrebbero ritoccate al rialzo e da subito, da questa estate. Inoltre la stabilità del Governo potrebbe venire minata a tal punto da rischiare nuove elezioni con altre spese da affrontare.

Infatti, stanno approvando proprio la Riforma della Pubblica Amministrazione e una sentenza sfavorevole ne potrebbe bloccare il proseguo dell'iter in Parlamento. Insomma un guaio dietro l'altro e come sempre rischiano di pagare i cittadini.