E' terminato senza un accordo il negoziato che vede da un lato la Grecia e dall'altro i creditori internazionali e i rappresentanti dell'Unione Europea per giungere ad un accordo che possa in extremis salvare il paese ellenico dalla bancarotta con una conseguente uscita di Atene dalla moneta unica. Le distanze tra le parti restano forti in particolare sul tema della riduzione degli stipendi e delle pensioni su cui il governo di Alexis Tsipras non è intenzionato a cedere, vista anche la drammatica situazione economica del paese, con una economia in profonda crisi e le finanze statali praticamente esaurite.

Secondo i rappresentanti del governo di Atene, che avrebbero definito "irrazionali" le richieste dei creditori internazionali, per reperire nuove entrate verrebbero chiesti tagli per circa 2 miliardi di Euro sulle pensioni oltre che un ulteriore aumento dell'IVA che il governo greco avrebbe decisamente avversato conoscendo la situazione dell'economia reale nel Paese.

Il prossimo 18 giugno 2015, sarà in programma in Lussemburgo l'Eurogruppo dove ovviamente si discuterà solo di come risolvere una situazione che sembra davvero compromessa. La Grecia ha assoluto bisogno di liquidità per poter riuscire ad evitare il default, e senza un accordo è a fortissimo rischio la tranche di aiuti da 7,2 miliardi di Euro da parte del Fondo Monetario Internazionale, a cui i greci devono 1,6 miliardi di Euro entro la fine di questo mese.

Per quanto riguarda gli altri partner europei, se prima si parlava di una Grecia che mai sarebbe finita fuori dall'Euro, oggi si cominciano a studiare le soluzioni per non farsi trovare impreparati. Da più parti si sentono frasi del tipo "stiamo perdendo la pazienza", oppure "La Grecia non può continuare a tirare la corda", il che la dice lunga su come la situazione sia abbastanza delicata, e soprattutto di come non si riesce ad avere una minima idea ne su come fronteggiare un eventuale uscita del Paese dalla zona Euro, ne sulle ripercussioni internazionali che inevitabilmente si verrebbero a creare