Durante l'assemblea del PD tenutasi all'EXPO di Milano, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi ha pubblicamente dichiarato di voler attuare già dal 2016 una nuova politica di taglio dell'imposizione fiscale per gli italiani attualmente vessati come pochi in Europa. Dal momento che tutti gli italiani stanno subendo un vero è proprio dissanguamento per via delle tasse, la sfiducia è diventata regola e prima di fare i salti di gioia ci si chiede sempre se tutto sia possibile.

Cosa ha detto Renzi

Il Premier ha detto che abolirà la Tasi, la tassa sulla prima casa già dal 2016.

Poi per il 2017 ridurrà l'IRAP ed infine nel 2017 anche l'IRPEF. Una rivoluzione "copernicana" come lui stessa l'ha definita. Spesa da mettere in bilancio nel triennio quasi 50 miliardi di euro.

Trovata elettorale?

Gli scettici nostrani non sono solo le opposizioni, ma anche esponenti di rilievo del partito del Premier nonché esponenti dello stesso Governo. Il Ministero del Tesoro ha fatto sapere che nel discorso di Renzi mancava il pezzo relativo alla copertura economica. Infatti il Documento di Economia e Finanze del 2015 ha già messo in preventivo l'aumento delle accise, dell'IVA e della benzina, per le clausole di salvaguardia. Qualora queste scattassero e si andassero a sommare ai soldi da sborsare dopo le sentenze della Consulta su pensioni e statali, al Governo servirebbero 70 miliardi da recuperare aumentando le tasse e non diminuendole.

A molti è sembrata una trovata per recuperare qualche punto nei sondaggi che lo vedono in crisi, un tocco da "illusionista".

Cosa ne pensa Bruxelles

L'Unione Europea e la sua austerità sicuramente mal si sposa con il terremoto delle dichiarazioni di Renzi. Il 3% da non sforare tra debito pubblico e PIL nonché tutti i patti di stabilità che sono previsti dai tratta ti di Bruxelles sono un muro invalicabile da superare prima di andare in meta e riuscire nell'intento di ridurre il prelievo fiscale.

Con le dichiarazioni all'EXPO, Renzi ha di fatto dichiarato guerra alla Merkel, vera direttrice della UE. Con la crisi della Grecia e le possibili ripercussioni sulla Comunità Europea, Renzi ha trovato un numero da vero politico, un modo sicuramente incisivo per dimostrare che non abbiamo nostre linee e che non c'è le facciamo imporre da nessuno.

Purtroppo siamo ancora solo alle parole, adesso bisogna aspettare i fatti, ma dopo le promesse, se molti non erano tifosi di Renzi, adesso lo sono diventati un po' di più. Almeno in questo il Premier è riuscito perfettamente.