Le pensioni Inps del futuro, per gli attuali trentacinquenni, saranno decisamente più basse. E' questo il quadro a tinte fosche dipinto dal presidente dell'Inps Boeri, che ha presentato uno studio da lui predisposto, relativo al confronto tra le Pensioni di oggi e quelle di domani, in base alle proiezioni attuali. Secondo lo studio, un giovane nato nel 1980 percepirà una pensione più bassa rispetto ad un contribuente nato nel 1945, con un calo che si attesterebbe attorno al 25%. Lo studio è stato effettuato tenendo conto di una ipotetica crescita del Pil, stimata attorno all'1%.
Qualora la crescita del Pil fosse inferiore, o si dovessero verificare episodi di interruzione della percezione di reddito o della carriera, il quadro sarebbe ancora più desolante, con il rischio più che reale che il contribuente possa percepire un reddito al di sotto della soglia di povertà. Già l'Ocse, in passato, aveva invitato il nostro paese a mettere mano ad una riforma che potesse rendere più sostenibile il sistema previdenziale italiano, contenendo la spesa, al fine di evitare scenari grigi.
Boeri invoca misure a sostegno del reddito per coloro che perdono il lavoro
Boeri ha anche ricordato che coloro che rischieranno di perdere il lavoro sotto i 70 anni di età potrebbero ritrovarsi senza alcun reddito, per questo motivo è necessario mettere mano ad un piano di investimenti al fine di garantire un reddito minimo a chi perde il lavoro in tarda età.
Secondo lo studio pubblicato da Boeri, fino al 2019 la soglia media di età per andare in pensione si aggirerà attorno ai 67 anni, ma negli anni successivi sarà inevitabilmente destinata a lievitare. Per questo sarà fondamentale porre in essere una riforma seria che contenga la spesa e renda sostenibile il sistema, per evitare il rischio che le generazione future possano andare in pensione sempre più tardi e con assegni da 'fame'.
Secondo l'Ocse sarà fondamentale trovare le risorse necessarie anche per evitare una voragine nei conti dell'Inps, in conseguenza della sentenza della Corte Costituzionale, che ha bocciato la riforma Fornero nella parte che prevedeva il blocco dell'indicizzazione delle pensioni.