E' come chiudere il primo Gp dell'anno all'ultimo posto, o peggio, ai box per problemi tecnici al motore. La prima settimana di quotazione a Piazza Affari, coincisa con i primi giorni di contrattazione del nuovo anno, non ha visto certo brillare per performance finanziarie la Ferrari, ovvero la matricola più attesa di Piazza Affari, benedetta pure, nel giorno del debutto, ovvero lunedì 4 gennaio, dal premier Matteo Renzi (cosa mai successa prima nella storia recente di Borsa).

E così, nella seduta di venerdì 8, le azioni del Cavallino rampante sono precipitate a 40,54 euro, con un calo superiore al 6%, registrando il peggior andamento del listino principale di Milano, e chiudendo con la peggior prestazione in assoluto dell'intera piazza finanziaria italiana.

Un vero e proprio scivolone, o meglio un testa-coda, che ha trascinato al ribasso anche le azioni di Fca (7,35 euro, -4,11%), dalla quale Ferrari proprio con l'avvio del 2016 si era separata e anche la holding controllante Exor (36,9 euro, -3,3%), la cassaforte quotata della famiglia Agnelli.

La borsa si tinge di rosso, in tutti i sensi

E in una delle peggiori settimane della storia recente dei mercati finanziari - migliaia di miliardi sono stati bruciati sulle piazze europee e nel mondo a causa del tracollo delle borse cinesi, delle tensioni mediorientali e della minaccia rappresentata dalla Corea del Nord con i suoi esperimenti sulla bomba a idrogeno -, è emblematico che a chiudere con il peggior andamento settimanale sia stata proprio la Rossa di Maranello che aveva infiammato i cuori degli investitori e ancora di più del presidente del Consiglio dei ministri.

Cosa pesa sull'andamento del titolo Ferrari?

Sicuramente le tensioni su scala globale, visto che la Ferrari ha uno dei suoi principali mercati di sbocco nella penisola arabica, laddove ora si sta registrando la costante perdita di valore dei ricchi emirati in crisi per il tracollo del prezzo del petrolio. Non è un caso, infatti, che proprio venerdì, l'Arabia Saudita ha avviato la quotazione della società petrolifera Aramco, società che produce un barile di petrolio ogni otto al mondo, cioè circa 10 milioni di barili al giorno e ha riserve per 261 miliardi di barili, 10 volte più dell'americana ExxonMobil che sul listino di Wall Street vale circa 320 miliardi di dollari ed è la numero due mondiale per capitalizzazione di Borsa dopo Apple (561 miliardi di dollari)-

Ma anche il tracollo dei due listini cinesi possono aver influito, visto l'elevato numero di possidenti e ricchi imprenditori locali che ormai sognano ad occhi aperti la conquista di una Ferrari.

Cosa si inventerà Marchionne?

Ora il presidente di Ferrari e ad di Fca dovrà inventarsi qualcosa per continuare a mantenere forte il brand del Cavallino Rosso che nel 2015 ha venduto comunque 7.700 modelli. Tanto più che ora per dare slancio alla produzione e al marketing la scuderia di Maranello dovrà tornare a vincere sui circuiti del Mondiale di Formula1 dopo gli ultimi anni di risultati non esaltanti che di fatto, in qualche modo, sono costati anche la poltrona all'ex presidente Luca Cordero di Montezemolo

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