Cosa succederà con la Legge di Stabilità per i pensionati ed i lavoratori che si avvicinano alla quiescenza? Il pacchetto previdenziale sembra già pronto, almeno dal punto di vista tecnico. Qualche dubbio resta solo per le cifre, per quanti soldi il Governo stanzierà per il capitolo previdenziale. Probabilmente con l’aggiornamento del DEF atteso a giorni, se ne saprà di più, per completare il quadro nell’incontro tra Governo e sindacati fissato per mercoledì 21 settembre. Alle persone però adesso interessa capire come funzioneranno le novità di cui tanto si parla, dall’APE al Rita, passando per le ricongiunzioni e le nuove quattordicesime.
APE e vincoli di bilancio
Un articolo del quotidiano economico finanziario “il Sole24Ore” ha prodotto la spiegazione punto per punto della riforma in cantiere. La risposta alla flessibilità ricercata dal mondo della previdenza sarà per forza di cose affidata all’APE, che resta il provvedimento più importante sul tema previdenziale, l’autentica novità che sarà partorita. Il quotidiano definisce creativa la misura che cerca di dare flessibilità in uscita ai lavoratori, senza toccare le norme della Fornero, senza gravare sulle casse dello Stato e senza che lo stesso sia garante dei pensionati. Infatti, l’Ufficio Bilancio in Parlamento ha sottolineato come l’APE possa essere fatta solo a condizione che vengano rispettati tre criteri.
Nessun obbligo deve gravare sui lavoratori, la cui scelta deve essere spontanea e soprattutto opzionale. Le casse dello Stato devono essere tutelate da uscite eccessive e di conseguenza l’APE non deve aumentare il debito pubblico. Inoltre, sempre in riferimento allo Stato, nessuna funzione di garanzia o di assicurazione deve essere a suo carico, cioè anche per il caso di premorienza dei beneficiari dell’APE, devono esserci assicurazioni a coprire questi casi.
Per quanto riguarda gli aiuti a soggetti bisognosi di tutela, l’aiuto deve essere temporaneo, cioè deve essere confermato dopo la verifica del persistere delle condizioni che lo hanno reso fruibile.
Rita, ricongiunzioni e quattordicesime
Per rendere più appetibile l’APE sta per entrare in azione un’altra misura assolutamente nuova, il Rita.
Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, che consentirebbe a chi si trova senza lavoro e con i requisiti per l’APE raggiunti dal 1° gennaio 2017, di riscuotere anticipatamente quanto versato nei Fondi Pensione Integrativi, per chi vi ha aderito naturalmente. Prendere in anticipo la pensione integrativa che sarebbe dovuta scattare insieme alla pensione vera e propria, consentirebbe di richiedere l’APE ridotta fino ad un terzo, in modo tale da rendere meno gravosa la rata di prestito da restituire quando si andrà in pensione (66 anni e 7 mesi) e per 20 anni. La novità che partirà perchi ha 63 anni, dovrebbe diventare strutturale in modo tale da garantire nei 3 anni di distanza dalla pensione vera e propria, un reddito a soggetti a cui manca.
Età, reddito e numero dei contributi da spostare rendono le ricongiunzioni particolarmente salate con le norme attuali. Far confluire in una unica cassa previdenziale, tutti i contributi spalmati, costano molto e creano il fenomeno dei contributi silenti, quelli che restano inutilizzati proprio per via del costo da sostenere se si vogliono usare. In vista della Legge di Stabilità, si pensa di cancellare l’onerosità di questo istituto, per renderlo gratuito. Ogni cassa previdenziale parteciperebbe al pagamento di una quota della pensione in base al montante dei contributi in essa versati. SI va verso l’estensione delle quattordicesime fino a Pensioni da 1.000 euro al mese ed all’aumento di 80 euro a testa per chi già la percepisce.
Troppo complicato nei tempi ristretti che restano alla Legge di Bilancio, provvedere ad aumentare le minime collegandole ai redditi delle famiglie. Utilizzare come filtro il riccometro, anche se socialmente giusto e sponsorizzato perfino da Boeri, sarà una soluzione da utilizzare in seguito.