Come tutti sapranno Donald Trump è da pochissimo diventato il 45° presidente degli Stati Uniti.
Un ruolo importante non solo per i 318.9 milioni di abitanti degli Stati Uniti ma anche per le sorti del resto del mondo vista l'influenza che gli USA ricoprono nello scenario mondiale.
Nel programma del miliardario newyorkese si trovano idee e progetti a dir poco allarmanti. Egli infatti non ha problemi a mostrare la sua noncuranza dei problemi che stanno affliggendo il mondo: è arrivato a definire il surriscaldamento globale come "una bufala detta da cinesi" (frase attribuita a Trump il quale però ha smentito successivamente).
Nella sua mente vi è l'iniziativa di aiutare lo sviluppo industriale e risanare le aree economiche manufatturiere decadute puntando su un nuovo sviluppo del petrolio e del carbone considerati più efficaci e remunerativi rispetto alle moderne fonti rinnovabili. Un passo indietro questo rispetto le politiche passate di Obama e ipoteticamente future della sconfitta Clinton.
Inoltre Trump sembra essere più che sicuro dello smantellamento dell'agenzia americana sul controllo ambientale sostenendo essere un inutile spreco di denaro.
La sua elezione ha visto immediati effetti non solo sulle borse mondiali e un esempio lampante è il titolo TSLA correlato alla ormai nota Tesla colosso leader nella produzione di auto elettriche crollato di diversi punti percentuali il 9 Novembre, giorno dell'elezione presidenziale.
Un'azienda che, da tempo, punta sulla mobilità sostenibile e che aveva già visto risultati eccellenti ma che vedrà nell'immediato futuro difficoltà e dovrà trovare il modo di sbaragliare le tanto agognate macchine termiche che tanto piacciono agli americani.
Ed è proprio questo il settore che vedrà una nuova boccata d'aria con le migliaia e migliaia di operai già occupati che costituiscono una fitta rete di contribuenti ed elettori Trumpisti i quali si aspettano la nuova impennata delle vendite.
Sicuramente l'elezione del repubblicano segnerà qualche passo indietro rispetto ai progressi green messi in campo dalla precedente amministrazione e garantirà da un lato la felice rendita dei magnati dell'automobile del Midwest e dall'altro la difficile ascesa della green economy della California liberale e avanguardistica con lo sguardo volto al futuro ma per questa volta bisognerà guardare davvero oltre, almeno di 4 anni.