Contrariamente alle previsioni di Wall Street e della city londinese che puntavano sulla vittoria di Hillary Clinton, i mercati oggi hanno dovuto fronteggiare una notizia che probabilmente non si aspettavano, la vittoria di Trump potrebbe cambiare molti equilibri che cambierebbero le intenzioni degli investitori. Tokyo ha aperto con un secco meno 5,6%, apertura in rosso anche per l'Europa, in calo il prezzo del petrolio e sale la quotazione dell'oro, considerato bene rifugio. Aspettando come Wall Street accoglierà la notizia.

Borse in calo e mercati instabili

Proprio come una tempesta improvvisa, la nomina di Donald Trump Presidente si è abbattuta sulle borse internazionali. La più colpita è Tokyo, ma anche l'Europa ha aperto nell'incertezza per poi stabilizzarsi nelle ultime ore. I mercati finanziari non avevano proprio previsto questo scenario economico, tutti i listini si stanno muovendo verso il basso, anche se le intenzioni di Trump sia in campagna sia nelle prime dichiarazioni danno fiducia agli investitori. L'indice dei future cala continuamente, ciò è sintomatico di una presenza, quella di Trump, ancora tutta da decifrare nel panorama economico mentre c'è grande richiesta di oro, unico bene in rialzo della mattina, bene salvataggio dalle tempeste economiche.

Apertura in rosso per Wall Street

Gli analisti lo danno per certo, tra poche ore avremo la conferma, Wall Street non accoglierà il nuovo Presidente con fiducia. Hillary Clinton era preferita per continuità di Politica con Obama e per il carattere democratico della politica economica. Donald Trump presidente potrebbe rivelarsi un boomerang, l'accesa campagna contro il Messico, il nazionalismo della politica interna e le poco chiare idee di cooperazione con l'Europa e con la Russia rendono molto instabile il mercato americano.

Contrariamente al contesto generale, se le maggiori borse mondiali stanno aprendo in rosso, la borsa russa apre con un +1,24%, proprio per la simpatia dimostrata dal Presidente Putin verso il magnate americano, che spera di riscaldare i rapporti freddi con il predecessore Obama.