Il Decreto Legge 193/2016, quello collegato alla Legge di Bilancio e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 24 ottobre, ha tra i suoi punti la ormai celebre rottamazione delle cartelle. Si tratta di una specie di sanatoria dei debiti vecchi, dei ruoli aperti con il Concessionario tra il 2000 ed il 2015. Per chi aderisce, il debito viene ricalcolato alla luce della rottamazione e vengono cancellate le sanzioni e alcuni interessi maturati. In pratica, si pagheranno solo gli importi del tributo evaso, l’aggio del riscossore, le spese di notifica e gli interessi per ritardata iscrizione.

Risparmio medio stimato superiore al 30% e possibilità aperta anche a chi ha contenziosi aperti con Equitalia e azioni legali, alle quali però si deve dichiarare di rinunciare. La rottamazione è aperta anche a chi con Equitalia ha già piani di rateizzazione in corso, ma in questo caso i problemi rischiano di essere tanti.

Ma conviene aderire?

L’idea del Governo, o meglio, il suo obbiettivo è recuperare 4 miliardi di euro entro dicembre 2017. Poi naturalmente a molti contribuenti, la rottamazione porterà risparmi sul debito tali da spingerli all’adesione tramite il modello DA1 già predisposto sul sito di Equitalia. Per il contribuente solo il risparmio è il fattore di appeal che può avere questa misura, perché per come è stata apparecchiata, appare molto pesante.

Il Governo, nel DL,ha previsto 4 rate, la prima in scadenza il 15/06/2016 e l’ultima il 15/03/2017. Le rate come si evince sono trimestrali e il debito va saldato per ¾ entro la fine del prossimo anno. Tutti debiti vecchi che per il Governo potevano essere non incassabili e per i contribuenti, dilazionabili anche in 72 rate o più, cioè oltre i 5 anni.

Il modello di domanda è specifico e chiede al contribuente di scegliere in quante rate voglia pagare, tra la soluzione unica e le 4 rate massime previste. I correttivi su cui la Commissione Bilancio della Camera è chiamata a dare parere, prevedono 5 rate ed il posticipo della scadenza dell’ultima, ma cambierebbe poco.

Duro aderire per chi ha già rate in corso

Per chi ha un piano di dilazione avviato presentando il modello agli sportelli o tramite PEC alle strutture territoriali di Equitalia, si chiede di decadere dai vecchi piani e di aderire al nuovo. La scadenza delle istanze è prevista per il 23 gennaio ed entro aprile, il Concessionario dovrebbe comunicare al contribuente i nuovi importi da pagare e mandare i nuovi bollettini di pagamento. Pagando nei termini il primo, dovrebbe decadere il vecchio piano dilazionatorio. Le domande che sorgono però sono molte:

  • come si fa a pagare in 4 rate un debito che era già difficile pagare in 72 rate?
  • Chi è in ritardo con le vecchie rate può aderire lo stesso?
  • Bisogna bloccare i pagamenti subito aderendo alla rottamazione?
  • Verranno restituiti i soldi di sanzioni ed interessi già pagati con le rate?

Ipotizzare che, chi deve cifre elevate al Fisco, aderisca alla rottamazione accettando 4 maxi rate, cioè trovando subito i soldi per far fronte al debito, appare improbabile.

Altra eventualità ostica è che coloro che sono in ritardo con i pagamenti delle vecchie rate, devono mettere a posto gli arretrati, cioè mettersi in regola con i pagamenti. Chi sta pagando le rate da anni, sta pagando anche gli interessi e le sanzioni che adesso vengono bonificate. Il Decreto è stato chiaro nel non prevedere niente da restituire a chi ha già pagato queste somme aggiuntive. A scanso di equivoci, inoltre, sarà necessario continuare a pagare le vecchie rate compresi gli interessi e le sanzioni fino al 31 dicembre. Nel caso in cui quanto già pagato negli anni di rateizzazione, sia sufficiente a coprire il debito ricalcolato, lo stesso sarà estinto d’ufficio da Equitalia e nulla più dovuto dal contribuente.

L’anomalia è che anche aderendo subito, bisognerà continuare a pagare le rate in scadenza nel 2016, con interessi e sanzioni che il contribuente non dovrebbe più pagare e che nessuno gli ridarà indietro.