In base all'Eurispes (istituto privato che si interessa di studi economici, politici e sociali), sarebbero negative le opinioni degli italiani sul clima economico presente e futuro, mentre è in aumento la fiducia delle imprese in quasi tutti i settori tranne quello del commercio al dettaglio.

Scende l'indice di fiducia dei consumatori

Quindi i consumatori italiani continuano ad essere scoraggiati. L'indice di fiducia è passato da 110,9 di dicembre a 108,8 punti nel mese di gennaio, mantenendosi comunque su livelli superiori a quello di novembre 2016.

Pesano le opinioni sul clima economico e su quello futuro; il clima personale e quello corrente invece salgono per il quarto mese consecutivo. Dati sui quali, secondo le associazioni dei consumatori, pesano l'incertezza politica e i rincari di inizio anno, che hanno reso la fiducia delle Famiglie italiane sempre più altalenante.

Aumenti dei carburanti, pedaggi, luce e gas

Il costo della vita ha infatti subito un balzo a gennaio spinto dall'aumento inspiegabile del prezzo dei carburanti, dei pedaggi autostradali, delle bollette di luce e gas e dei listini dell'ortofrutta. E, senza fiducia, è impossibile che i consumi tornino ad aumentare, come confermano anche i numeri negativi di ieri sulle vendite al dettaglio nel mese di novembre.

Che la timida ripresa di questi mesi non sia sufficiente lo dimostra anche il rapporto eurispes, infatti quasi la metà delle famiglie italiane, il 48,3%, è in difficoltà a far quadrare i conti. Pagare affitto o mutuo pesa talmente tanto che un giovane un dieci si arrende e si vede costretto a costretto a tornare a casa dai genitori o dai suoceri.

Aumenta solo la fiducia delle imprese

Tuttavia un raggio di luce c'è, sia pur dovuto ad un fattore fisiologico. Infatti, chi sembra tornare a crederci davvero, sono le imprese, tanto che la loro fiducia risale di oltre due punti e, ad esserne contagiati, sono tutti i settori tranne quello del commercio, in particolare quello al dettaglio, dove calano sia i giudizi sulle vendite correnti che le attese sulle vendite future.

Dal mondo del lavoro, infine, arriva una pessima notizia, Nel 2016, la retribuzione oraria è cresciuta in media dello 0,6% rispetto all'anno precedente, segnando così l'aumento più basso mai registrato dall'ISTAT negli ultimi 34 anni.