La nuova rivoluzione industriale in digitale è la 4.0, ma in pochi se ne sono accorti nel mondo manifatturiero. Non così in quello della ricerca tecnologica dell'università e dei settori formativi delle associazioni degli imprenditori. In quest’ambito il grande progresso degli studi si chiama "disruption" e intende adeguare il sistema educativo ai nuovi trend fino a raggiungere le Pmi. Si tende, così, a completare l’intera filiera produttiva. Torino e Venezia sono le capofila per quanto riguarda la formazione. Poi vengono Pordenone, Belluno e Perugia.

Il fine comune è una business innovation.

Le nuove soluzioni della conoscenza interconnessa e dell'automazione non sembrano però interessare alle piccole e medie imprese del territorio.

Mentre la Sony mette a disposizione nuove funzioni per la Playstation dei bambini, è emerso oggi al convegno della Camera di Commercio di Torino che nei piani di investimento futuri solo il trenta per cento delle aziende hanno in programma di aggiornarsi.

Grandi e piccole aziende

Tra queste la Fca per cui rappresenta una grande opportunità, mentre al Motorshow di Ginevra si punta sul Suv e sulla Jeep. Le altre lamentano scarsità di risorse, investimenti insufficienti, mancanza di know how, inefficienza di collegamenti Internet e banda larga.

Le imprese con meno di dieci dipendenti diffidano dei nuovi termini come cloud che non è altro che un sistema di memorizzazione dei dati e come pear to pear che sono le transazioni on line. I social network, invece, sono un modo comodissimo per promuoversi come hanno capito da tempo negli Usa.

Il fatto è che gli stanziamenti del governo in private equity (che avrebbero dovuto salvare la banche) sono maggiori per le grandi aziende che per le piccole.

Per non parlare dei fondi che vanno alle start up, per cui oggi nella sala di Torino Incontra sia Intesa San Paolo che Unicredit hanno promesso di fare molto.

Le banche dimostrano di ascoltare di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello che ha in altra sede ricordato "le difficoltà che questi imprenditori si trovano ad affrontare, ad esempio nell'accesso ai finanziamenti"".

Nello stesso tempo l'imprenditoria straniera si rivela in grado di controbilanciare il calo generalizzato delle imprese piemontesi. Sono cresciute, infatti, di 41mila460 su un totale di circa 440mila.

In Italia

Il tessuto industriale italiano è composto in larghissima parte da piccole e medie aziende, per cui però scarseggiano gli investimenti in confronto a Spagna, Francia e Regno Unito.

In questo contesto soffrono particolarmente le start up. Un’eccezione è la neonata veneta Zava che ha dato alla luce una Hypercar elettrica, costruita entro l’estate, grazie al web, sia a livello finanziario sia progettuale.

Se ne sono occupati cinque tecnici dell'automotive provenienti da Honda e dal Gruppo Volkswagen e da FCA la casa automobiliiitca che cresce di più in Europa.

Ma ci sono anche professionalità maturate in marchi specializzati in supercar come Bugatti e Porsche.

Ma la Silicon Valley nel suo processo di delocalizzazione va incontro alle piccole e medie imprese con il progetto sul mercato digitale lanciato oggi a Torino Incontra a cui ci si può iscrivere fino al 14 aprile, organizzato dall’Unioncamere nazionale e da Google.

Sono nove seminari formativi sia teorici che pratici del tutto gratuiti. Tenuti da un tutor digitale, esperto in formazione e supporto, si chiamano Eccellenze digitali. Secondo uno studio di Doxa Digital e di Google è l’export ad aumentare con l’alfabetizzazione sul web in generale.