In pericolo il 10% dell'export dei prodotti agroalimentari italiani. Lo dice uno studio della Coldiretti, inquadrando l'effetto dazi che il presidente Usa Donald Trump vorrebbe applicare ad alcuni prodotti italiani ed europei (tra cui la Vespa della Piaggio, l’acqua minerale Perrier della Nestlè e il formaggio Roquefort). Vespa a parte, sono a rischio 3,8 miliardi di esportazioni di made in Italy nel settore agroalimentare, tra l'altro in aumento del 6% nel 2016. Gli Usa, infatti, sono al terzo posto tra i principali acquirenti di prodotti italiani, dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna.

Il vino risulta essere il prodotto più gettonato dagli statunitensi, poi olio, formaggi e pasta.

Gli italiani: "No alla carne trattata con ormoni"

"Gli Usa vogliono imporre ai cittadini europei la carne trattata con ormoni, ma questa pretesa trova contrari il 98% degli italiani che non vogliono rischiare di consumarla", attesta ancora il dossier della Coldiretti, divulgato in occasione dell'uscita delle indiscrezioni di una lista di prodotti italiani ed europei sui quali gli statunitensi starebbero valutando l'idea di attuare dazi del 100%. Il provvedimento deriverebbe da una ritorsione al divieto dell'Ue di importare carne di manzo trattata con ormoni, in ottica di tutelare la salute dei cittadini.

Tale divieto risale agli anni Ottanta, anche se nel 1996 è iniziato un lungo braccio di ferro che vede protagonisti Stati Uniti e Canada, i quali hanno presentato un ricorso al Wto contro l'Unione Europea. Una battaglia che si dilunga, dunque, da tempo e che sta portando gli Usa a definire una lista di prodotti da colpire. Una cosa del genere era già avvenuta dal 1999 al 2011, quando a essere presi di mira erano stati il formaggio Roquefort, la carne suina, le conserve, l'acqua minerale, il cioccolato e i succhi di frutta.

Perché la ritorsione Usa?

Dietro queste nuove misure protezionistiche, ci sarebbero le lamentele dei produttori di carne di manzo americani. Secondo la loro voce, infatti, l’Ue non avrebbe aperto abbastanza i propri mercati alla loro carne di manzo non trattata con gli ormoni, come era stato invece stipulato da un accordo firmato a Bruxelles nel 2009.