Il mercato immobiliare italiano è sempre più fermo e le vendite delle case e/o delle prime abitazioni continuano a calare senza speranza di ripresa. La crisi economica e lo stallo occupazionale porta molte persone a sentirsi insicuri e perplessi quando si presenta loro davanti l'opportunità di comprare casa e di accedere ad un mutuo per finanziare le spese legate all'acquisto di essa. Anche per andare incontro a queste esigenze è stato pensato il bonus prima casa, l'agevolazione fiscale che prevede la possibilità di usufruire di una riduzione dell’Iva, del credito d’imposta e di detrazioni Irpef per tutti quegli acquisti effettuati da imprese e privati (che vale anche per acquisti su successioni e donazioni).

Il riconoscimento del bonus prima casa tuttavia è legato ad una serie di requisiti che il soggetto interessato deve possedere al momento della fruizione dello stesso, degli status la cui mancanza inficierebbe la fruizione stessa delle agevolazioni. Qualora però il presupposto che di diritto riconosce il bonus venisse meno, quali sono le strade da percorrere per non perdere gli sgravi ad esso legati?

A questa domanda ha cercato di rispondere la stessa Agenzia delle Entrante (con la risoluzione n. 53/E del 27 aprile 2017) a seguito di una questione sollevata da un contribuente che, preoccupato di perdere il bonus, ha chiesto chiarimenti sulla sua posizione. Il soggetto in questione, un avvocato, dopo aver chiuso lo studio professionale nel Comune dove (come aveva dichiarato) doveva svolgere la propria attività lavorativa, si è chiesto nello specifico: dopo aver comprato un’abitazione nello stesso Comune chiedendo l’agevolazione “prima casa” (dichiarando di svolgere la propria attività in quel Comune), venendo meno il presupposto dell'attività lavorativa, avrebbe potuto continuare ad usufruire dell'agevolazione sostituendo la dichiarazione di svolgere la propria professione in quel Comune con la dichiarazione di voler trasferire la propria residenza nello stesso?

Ebbene la risposta dell'Agenzia delle Entrate, che ha espresso esito favorevole per questa possibilità, non ha lasciato spazio all'interpretazione. Ricordiamo infatti che il bonus prima casa può essere richiesto da chi:

  • già risiede nel luogo dove si trova la casa oggetto dello sgravio;
  • intende trasferirisi nel Comune (dove si trova la casa che si intende acquistare) entro 18 mesi;
  • vuole usufruire delle sgravio poichè lavora o studia nel Comune dove intende comprare casa.

Qualora una di queste ipotesi venga meno il soggetto beneficiario può sempre rettificare la sua dichiarazione iniziale senza perdere i benefici a lui concessi (sempre che la nuova posizione rientri comunque tra quei casi espressamente previsti per legge).