Dal 1 ottobre 2017 anche Sky, come già fanno tutte le compagnie telefoniche, passerà alla fatturazione ogni 4 settimane. Ignorato completamente l'esplicito divieto dell'Agcom e la richiesta di tornare alla periodicità mensile. Quindi, occorrerà riconoscere alle compagnie telefoniche e di servizi tv un mese in più di canone. Almeno fino a quando il Tar non si pronuncerà definitivamente sulla vicenda a favore degli uni o dell'altra. Se, come probabile, il Tar confermerà il punto di vista dell'Autorità sulle telecomunicazioni c'è da attendersi una ridda di sanzioni e risarcimenti.

La decisione è attesa per febbraio 2018. Comunque alcuni operatori, come ad esempio Tim, consentono ai propri clienti di recedere senza dover pagare penali.

Le motivazioni del divieto dell'Agcom

La tesi dell'Autorità sulle telecomunicazioni è che non dovrebbero esserci offerte su linea fissa con fatturazione a 28 giorni, perché di fatto questo rappresenta un aumento secco dei costi per il consumatore finale stimato intorno al 9% in più all'anno. Inoltre, questo rincaro non è ben esplicitato all'interno dei vari piani tariffari degli operatori, con il risultato di renderli molto meno trasparenti.

Prima della pronuncia del Tar, comunque, l'Agcom già a settembre esaminerà il caso di Sky, che, come dicevamo poco sopra, da ottobre passerà alla fatturazione a 4 settimane.

In quella sede, inoltre, potrebbero essere decise ulteriori sanzioni, anche nell'ordine di milioni di euro, nei confronti delle compagnie telefoniche inadempienti. Per quanto riguarda Sky, occorre precisare che la compagnia sta inviando a tutti i propri clienti una comunicazione in cui avvisa del passaggio della fatturazione a 28 giorni e della possibilità di rifiutare la modifica unilaterale del contratto entro il 30 settembre e recedere gratuitamente.

Le disposizioni sulla telefonia mobile

L'Agcom aveva concesso agli operatori di attuare la fatturazione a 4 settimane sui contratti di telefonia mobile, ma richiedeva che gli operatori adottassero opportuni accorgimenti per consentire ai propri clienti le opportune comparazioni e che ulteriori variazioni del periodo rinnovo non nascondano, di fatto, aumenti di prezzo dei servizi offerti.

Ma anche questa raccomandazione è stata di fatto ignorata dalle compagnie telefoniche. Una piccola eccezione riguarda la Wind, che sul suo sito permette di verificare quale sarebbe il costo della tariffa scelta a 30 giorni.

Quindi, per ora non rimane che aspettare i mesi di settembre e febbraio per vedere quale piega prenderanno gli eventi e sperare che, nel frattempo, la pratica della fatturazione a 28 giorni non venga adottata in altri settori economici.