L'ultimo pandoro è stato sfornato e adesso tocca aspettare almeno 5/6 settimane. Inizia la cassa integrazione per i dipendenti della melegatti, storica azienda del Veronese che vanta l'invenzione del Pandoro. In un mondo sempre più Pandora e meno Pandoro, poco spazio è rimasto all'artigianato dolciario. Il fallimento alita sul collo dei 90 dipendenti e degli altrettanti precari stagionali, circa 120, che nell'ultimo mese per salvare l'azienda sono andati avanti lavorando alacremente perché 'ci hanno messo l'anima' e non si parla di quella metaforica del fornaio.

Non è una favola

Ma metterci l'anima a volte non basta, e non siamo in una favola. Alla Melegatti serve liquidità e tempo. Investimenti sbagliati e probabilmente valutazioni iperottimistiche hanno portato l'azienda alla deriva; è del febbraio di quest'anno l'inaugurazione di una nuova sede a San Martino Buon Albergo, struttura avveniristica di 12mila metri quadri con il forno più grande d'Europa. Si dovevano fare i croissant e forse neanche i più buoni, ma sicuramente i più tecnologici. Se ne dovevano produrre 35mila al giorno, ma le spese elevate hanno prosciugato gli ultimi residui di una cassa ormai allo stremo.

La campagna social 'Salviamo il pandoro Melegatti' e #NoiSiamoMelegatti

Anche il popolo del web non è rimasto indifferente al grido di aiuto.

Ed è scattata sui Social una gara di solidarietà e di condivisione con l'hashtag 'Salviamo il pandoro Melegatti' e #noisiamomelegatti. Il sostegno è stato tanto e i pandori e i panettoni sono andati a ruba; in soli 20 giorni di produzione si sono venduti un milione e mezzo di pandori. L'aiuto è venuto anche da parte dei fornitori che hanno offerto gli ingredienti e che hanno accordato generosamente all'azienda pagamenti agevolati, che però saranno, prima o poi, da saldare.

Se grazie alla campagna social si è tirato un sospiro di sollievo, potendo con gli introiti pagare lo stipendio di novembre e dicembre, non si è ancora usciti dal pericolo del fallimento.

Forse a Pasqua

Bisognerà aspettare Pasqua per sapere se la Melegatti potrà restare nel novero delle più antiche aziende dolciarie italiane; se si riuscirà nell'impresa di poter produrre e conseguentemente distribuire le 'colombe' forse si potrà scongiurare il fallimento.

Tutto ciò deve essere fatto in fretta perchè la distribuzione ha tempi tecnici lunghi. Ma ancora prima dovranno arrivare le risorse per andare avanti. Molto si sta facendo per la ristrutturazione del debito ma il verdetto finale si conoscerà solo a fine giugno 2018.

Anche senza un lieto fine

E se ancora poco si sa del destino dei dipendenti della Melegatti una favola c'è stata e non è quella classica del lieto fine. È la favola della gente che si unisce e si fa forza contro gli eventi; della solidarietà, dell'amore per il proprio lavoro nonostante tutto, della fedeltà al marchio. Come se si fosse una grande famiglia. E no, non è quella del Mulino Bianco!