La buona notizia è che, secondo le stime della crescita economica del 2017 appena diffuse dall'ISTAT, l'Istituto Italiano di Statistica, il PIL è stato superiore rispetto alla precedente rilevazione dell'1,4%. Si tratta, in effetti, del balzo più elevato della crescita della ricchezza nazionale degli ultimi 7 anni. D'altra parte, il Pil è una grandezza macroeconomica. Per di più, come fa notare l'associazione a tutela dei consumatori Federconsumatori sul suo sito istituzionale, ad un'analisi più attenta si evince come la nostra ricchezza nazionale sia, ancora oggi, al di sotto di quasi il 6% rispetto ai livelli precedenti alla crisi economica scoppiata nell'ormai lontano 2008.
Per di più, se dal livello macroeconomico fotografato dal Pil scendiamo al livello microeconomico, quello dell'economia domestica delle famiglie italiane per intenderci, possiamo notare un cambiamento di scenario estremamente significativo e che, sopratutto in periodo di campagna elettorale e di elezioni politiche in veloce avvicinamento può interessare sia gli elettori che i vari schieramenti in lizza.
La crescita economica e le famiglie italiane
Dal punto di vista delle famiglie italiane, secondo i dati pubblicati dall'Istat, la crescita dell'1,4% del Pil non ha ancora sortito i suoi effetti. In pratica, la maggioranza delle famiglie che durante il 2017 hanno vissuto delle situazioni di particolare disagio economico continuano a vivere in tale condizione, purtroppo.
Andando a disaggregare i dati, come ha fatto la Federconsumatori, si possono identificare chiaramente i principali fattori che contribuiscono al permanere di questa situazione di difficoltà economica. Nello specifico, si tratta dei nuclei dove c'è un componente disoccupato o precario, specialmente se si tratta di un genitore.
Ma anche la situazione dei giovani in cerca di prima occupazione influisce notevolmente. Infatti, data l'oggettiva difficoltà di entrata nel mondo del lavoro dei giovani, per ovviare a questa carenza molto spesso devono intervenire gli stessi genitori o i nonni. La Federconsumatori, addirittura, tramite il suo Osservatorio Nazionale, è arrivata a calcolare esattamente l'importo di questo contributo che, in media, si aggira intorno ai 450 euro.
Il confronto con l'Unione Europea
Se la Federconsumatori, per ovvie ragioni istituzionali, ha posto l'accento sulla situazione delle famiglie italiane invitando, oltretutto, attraverso il suo presidente Emilio Viafora, il prossimo Governo ad adottare azioni concrete per incentivare la crescita occupazionale oltreché economica, la CGIA di Mestre ha effettuato un confronto con gli altri nostri partner europei che la dice lunga sulla necessità di premere ulteriormente sull'acceleratore della crescita ne l nostro Paese.
In estrema sintesi, osserva il coordinatore dell'Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo, l'Italia, nonostante il record di crescita degli ultimi sette anni, è rimasta il fanalino di coda europeo: In pratica, tutti gli altri Paesi dell'Unione Europea sono cresciuti altrettanto e più di noi.
Addirittura, secondo i dati disponibili, nel 2017 anche la martoriata Grecia ha avuto una crescita superiore all'Italia. E, sempre secondo la Commissione Europea, se non verranno presi dei seri provvedimenti la situazione non muterà neanche nel periodo 2018 - 2019. Per la CGIA l'antidoto a tutto questo è rappresentato da minori tasse e più investimenti pubblici. Oltre ad una burocrazia estremamente più veloce e snella.