Autostrade per l'Italia gestisce in concessione 27 tratte autostradali italiane e dal 2001 al 2017, ha generato un ricavo lordo di 43.7 miliardi di Euro. Questo per quanto concerne i soli pedaggi, senza contare le royalties derivate dalle aree di servizio. Come sono stati usati questi soldi?
Come sono stati usati i ricavi
In questo arco di tempo, gli investimenti sono stati pari a 5 miliardi in manutenzioni e 13.6 miliardi in ampliamenti e nuove opere. Il costi del lavoro sono stati pari a 6.8 miliardi. Oltre a ciò si deve calcolare un costo accessorio, che contribuisce a determinare la tariffa pagata dagli automobilisti, sotto forma di canone all'Anas e un onere concessorio da devolvere al ministero dell'Economia.
Queste due voci incidono per altri 3.6 miliardi.
Lo strano caso del canone devoluto all'Anas
Il canone a favore di Anas era giustificato dal fatto, che in origine quest'ultimo era l'ente concedente e di controllo, situazione non più in essere da quando Anas è passato sotto il controllo di Ferrovie dello Stato, che a tutti gli effetti può essere oggi considerato un concorrente. In ogni caso, tolte queste cifre dal totale, resta un margine di circa 13 miliardi, di cui: 5,3 sono andati in tasse allo Stato e circa 7,3 di oneri finanziari a riduzione del debito contratto al momento della privatizzazione per l'acquisto di Autostrade. I profitti alla fine ammontano a 2.1 miliardi ovvero 130 milioni l'anno.
Il dividendo e le altre attività
Tale profitto è stato in gran parte distribuito come dividendo agli azionisti e considerato che la Famiglia Benetton ha il 30% delle azioni, fatti salvi gli accantonamenti in forma di riserva, alla fine in questi 16 anni hanno riscosso circa 600 milioni di euro. Ma le attività di Atlantia, la società che gestisce Autostrade, comprendono altre 5 concessioni in Italia e altre in sud America, mentre è in fase di perfezionamento l'acquisizione di Abertis, il concessionario della rete autostradale spagnola.
Infine, rientrano nel perimetro d'azione della famiglia, anche gli scali aeroportuali di Nizza e Fiumicino.
Le accuse di questi giorni
Dopo il trauma del crollo del ponte Morandi, l'attenzione dei critici si è fermata anche su questi aspetti, con l'accusa di avere avuto condizioni troppo favorevoli, basate tra l'altro su una sottostima degli incrementi di traffico negli anni, con lo scopo di ottenere tariffe più alte. Restano i dubbi, su una concessione che ancora non è stata, su questi aspetti, desecretata.