Il governo Conte ha deciso ieri di avviare le procedure di revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia. La cosa non sarà né semplice né breve, visto che l'inchiesta della magistratura è agli inizi. Ma immediati sono stati i riflessi in borsa, con la caduta del titolo Atlantia, il socio di maggioranza in Autostrade.

La cassaforte della famiglia Benetton

Atlantia, inserita nella cassaforte Edizione, rappresenta da sola la metà del patrimonio della famiglia Benetton, che oltre alla concessione sulle autostrade possiede altre infrastrutture aeroportuali, come la gestione di Fiumicino, la concessione di Autogrill, il noto marchio d'abbigliamento ed altri interessi in campo agricolo e dell'edilizia.

Questo per quanto riguarda l'Italia, perché altre concessioni autostradali sono possedute all'estero, in particolare in Cile, Polonia e Brasile. Ma non finisce qui: gli interessi dei Benetton si estendono anche al settore assicurativo, con una quota del 3% in Generali, prima compagnia assicurativa italiana.

L'avventura spagnola e i conti in attivo

Gli interessi nella rete autostradale europea si sono recentemente rafforzati con l'acquisizione di Abertis, il gestore della rete autostradale spagnola, costata al gruppo 1 miliardo di euro. Ciò è stato reso possibile anche dai conti in attivo, con la chiusura dell'ultimo esercizio con un avanzo di 234 milioni ed un fatturato di 12 miliardi di euro.

In tale contesto, gli azionisti hanno potuto beneficiare di un dividendo di 150 milioni di euro.

L'affondo del governo e la reazione dei mercati

Appare quindi chiaro il potenziale negativo, per il futuro del gruppo, originato dalle dichiarazioni del ministro Di Maio, che ieri ha confermato che il Consiglio dei ministri ha deliberato di avviare le procedure per la revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia sula rete autostradale nazionale.

I mercati, che già pochi minuti dopo il crollo del ponte Morandi, avevano prezzato al ribasso le azioni del gruppo Atlantia, arrivato a perdere fino al 10% per poi attestarsi a un -5%, sono ora in attesa di comprendere gli sviluppi della questione, anche se i toni crescenti in ambito governativo non lasciano presagire nulla di buono per la famiglia Benetton

La replica di Autostrade

La società Autostrade per l'Italia dal canto suo, ha cercato di replicare affermando che il ponte era oggetto di manutenzione costante e che il crollo è stato un evento assolutamente imprevisto, poichè le cosidette prove riflettometriche sul calcestruzzo, effettuate con regolarità, non hanno mai evidenziato problemi alla struttura.

La realtà è che su questo ponte era in corso un dibattito ormai da molti anni, con il progetto di raddoppio, la cosiddetta Gronda, al quale si sono sempre opposti i comitati cittadini dei quartieri interessati dai lavori, supportati in questo dai 5 stelle che ora, da partito di governo, cominciano a toccare con mano cosa significa doversi confrontare con le carenze infrastrutturali che affliggono non da oggi il nostro Paese.