La storica azienda italiana che negli anni '30 ha dato vita alla conosciutissima moka, orgoglio del made in Italy, risulterebbe gravata da debiti per 68 milioni di euro. Fondata nel 1919 da Alfonso Bialetti, questa realtà rischia di scomparire schiacciata dalla recente moda di cialde e capsule.

Forti i dubbi sulla continuità aziendale

Stando a quanto dichiarato dalla società di revisione, il gruppo Bialetti avrebbe riportato nel 2018 una perdita di 15,3 milioni di euro, in netto peggioramento rispetto al rosso di 1,6 milioni registrato nello stesso periodo l'anno precedente.

I ricavi consolidati, pari a soli 67,3 milioni, mostrano una flessione del 12,1% se paragonati ai 76,6 milioni del 2017. La società di revisione riferisce anche sull'impossibilità di esprimersi in merito al bilancio consolidato semestrale della Bialetti. Impossibilità confermata dal gruppo stesso in un comunicato stampa dove si legge che i conti in rosso sarebbero la conseguenza di una generale contrazione dei consumi registrata tanto sul mercato interno quanto su quello estero. Ad aggravare poi la situazione si è aggiunta una forte tensione finanziaria che avrebbe comportato ritardi nell'approvvigionamento, nella produzione e nelle consegne dei prodotti destinati alla vendita, lasciando inevasi significativi quantitativi di ordini di vendita acquisiti precedentemente.

Nello stesso comunicato il gruppo ha anche dichiarato che, al 30 settembre, Bialetti Industrie Spa avrebbe registrato una liquidità di soli 520 mila euro con un indebitamento pari a 40 milioni. Di questi 40 milioni, 590 mila euro sarebbero relativi agli stipendi non pagati ai dipendenti del gruppo.

La moka Bialetti ha rivoluzionato il modo di preparare il caffè a casa

Iniziata la produzione negli anni '30, in breve tempo l’azienda si era imposta tra i principali produttori italiani di caffettiere. Con l'arrivo della televisione, il Carosello e Paul Campani, era nato il mito dell’omino con i baffi rappresentato dall'inventore della moka Renato Bialetti.

Dagli anni '90 la famiglia Bialetti era poi uscita dal gruppo cedendo l’azienda ai Ranzoni di Rondine. Ciononostante, il legame di Renato Bialetti con la sua invenzione era così forte che, nel 2016, anno della sua morte, le sue ceneri sono state deposte in una moka gigante.

Per fortuna o per sfortuna, il tempo passa e le mode cambiano e la moka Bialetti sarà forse costretta a cedere il passo al più moderno fenomeno delle cialde e capsule che, da un lato, hanno permesso agli italiani e al resto mondo di preparare il caffè in casa più velocemente, ma dall'altro hanno favorito la fine di un mito che aveva fatto la storia.