Fitch conferma il rating BBB dell'Italia e la salva dal downgrade, ovvero dal declassamento nella "Serie B", quella in cui vengono relegati i debitori ritenuti meno affidabili.

Il giudizio dell'agenzia americana sul debito pubblico del nostro Paese resta invariato, appena due gradini sopra lo junk, il cosiddetto livello "spazzatura". Al contempo l'outlook - ovvero le prospettive di crescita - resta negativo.

Il giudizio di Fitch

Il rating medio-basso assegnato all'Italia deriva, secondo le stime di Fitch, dal livello estremamente elevato del debito pubblico e dall'assenza di riforme che consentano un miglioramento del deficit.

Sul giudizio dell'agenzia statunitense di rating pesano anche il debito estero dell'Italia piuttosto alto, la debolezza del settore bancario e il trend di crescita del PIL, considerato ancora troppo basso. Un altro fattore che pesa negativamente sul ranking è l'incertezza derivante dall'attuale situazione politica, e i rischi di ribasso associati alle proiezioni del debito pubblico.

Nella sua analisi, Fitch sottolinea anche alcuni punti di forza del nostro Paese: l'economia diversificata, il reddito pro-capite medio in grado di far risultare l'indebitamento delle famiglie tra i più bassi al mondo, e il sistema pensionistico pubblico ritenuto sostenibile.

Sostenibile viene considerato anche il debito pubblico, nonostante sia altissimo.

Stime di crescita al ribasso

Fitch taglia le stime di crescita del nostro Paese. Secondo lo studio dell'agenzia di rating, la crescita del PIL è in una fase di stallo a causa dell'incertezza politica interna. Anche l'aumento dei consumi privati - si legge nell'analisi - ha perso slancio. Di conseguenza, si prevede un incremento del PIL intorno allo 0,3% nel 2019, in ribasso rispetto allo 0,8% raggiunto nel 2018 e all'1,2% che aveva previsto per entrambi gli anni nella precedente revisione di agosto.

In diminuzione anche gli investimenti che scendono allo 0,4% rispetto al 3,8% dello scorso anno.

Per l'anno in corso, l'agenzia americana si aspetta una crescita dei consumi privati leggermente inferiore a causa dell'indebolimento della fiducia dei consumatori, e un incremento minimo dell'occupazione dallo 0,9% del 2018, in parte dovuto all'introduzione del reddito di cittadinanza che, però, avrebbe un effetto moderatamente negativo sulla crescita a medio termine dell'Italia.

Fitch evidenzia i rischi politici che pesano sul nostro Paese, sottolineando come le continue tensioni presenti nell'attuale maggioranza di governo potrebbero portare ad elezioni anticipate già dalla seconda metà di quest'anno. Se si arrivasse ad una nuova tornata elettorale, infatti, si andrebbe ad aggiungere incertezza alle già deboli politiche economiche e di bilancio.

La reazione del governo

Il governo non sembra preoccupato del giudizio poco lusinghiero dell'agenzia di rating. In una nota diramata da Palazzo Chigi si legge che le valutazioni di Fitch confermerebbero la solidità economica dell'Italia, pur risentendo del rallentamento economico momentaneo che sta investendo tutta l'Europa.

L'esecutivo andrà avanti secondo la strada che è stata tracciata nella manovra, con l'obiettivo di garantire sviluppo ed equità sociale agli italiani, non sottovalutando i rischi derivanti dal contesto internazionale.

Il governo si dice certo che le misure di politica economica contenute nella legge di bilancio avranno un impatto positivo su crescita e produttività, dando un impulso alla ripresa a partire dalla seconda metà del 2019.