Il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, misura simbolo del governo giallo-verde insieme alla quota 100, cioè il reddito di cittadinanza è già pronto per un importante cambiamento. Un provvedimento già pronto per finire in Parlamento per essere discusso mira ad estendere ulteriormente la platea dei potenziali beneficiari della misura. In queste prime settimane di avvio della misura molte le polemiche e le storie che la riguardano e che riempiono le pagine dei giornali e dei media in generale. Persone pentite di aver fatto domanda che adesso pensano alla rinuncia, primi furbetti che sono stati stanati e che hanno chiesto ed ottenuto il benefit senza averne diritto, cifre più basse di quelle promesse erogate a molte famiglie e soggetti esclusi dalla misura sono le fattispecie di situazioni che sono balzate agli onori della cronaca sulla popolare misura.
Ed ecco che il governo pensa a correttivi che potrebbero riguardare persone che hanno da poco perduto il Lavoro. Lo conferma il Presidente dell’Inps Tridico che parla di “bozza del provvedimento già pronta.
Il meccanismo della misura va sistemato
Soggetti che hanno perduto da poco il lavoro ma che avendo prodotto reddito nel 2018 sono esclusi dalla misura. L’Isee è lo strumento necessario per ottenere il sussidio e proprio i limiti reddituali e patrimoniali che fuoriescono dall’Isee sono tra i paletti più rigidi che sono stati imposti alla misura. Essendo l’Isee riferito all’intero nucleo familiare del richiedente ed essendo l’anno di riferimento quello scorso, un soggetto che in questi primi mesi dell’anno perde il lavoro oggi non rientra nel programma reddito di cittadinanza.
Si tratta di una evidente anomalia perché se non è bisognoso un soggetto che ha appena perduto il lavoro, allora non si capisce a chi è diretto il beneficio della misura. Adesso si pensa ad allargare la platea degli aventi diritto anche ai disoccupati, sia freschi che vecchi, sia senza reddito che percettori di Naspi ed in particolari situazioni.
Il Presidente dell’Inps parlando della bozza di provvedimento che è sulla sua scrivania ha chiarito che potrebbe essere inserito un sistema capace di fotografare (così dice Tridico), il reddito corrente del richiedente il sussidio e non quello obsoleto dell’Isee, cioè quello precedente il sopraggiunto stato di necessità dovuto alla perdita del lavoro.
Polemiche sterili
La misura nata come sostegno a persone che hanno bisogno di reddito è anche strumento di ricollocazione lavorativa. Ecco perché secondo Tridico occorre mettere la parola fine a sterili polemiche che negano l’ottimo impatto economico e sociale della misura. Il Presidente Tridico è tra i padri del reddito di cittadinanza, avendo collaborato in passato alla stesura di questa misura che adesso è entrata in vigore nel nostro sistema assistenziale. Continuano le polemiche però, soprattutto adesso che si è entrati nel pieno della campagna elettorale per le europee. L’argomento più gettonato sono le potenziali domande di rinuncia al reddito di cittadinanza di cui tanto si vocifera. Troppo pochi i soldi erogati a molte famiglie rispetto ai pesanti adempimenti ed obblighi che la misura prevede per i beneficiari.
Senza considerare l’esposizione a controlli fiscali e non che la stessa misura cagiona a chi ha presentato domanda, come dimostrano alcuni casi di cronaca che hanno visto le prime denunce nei confronti di percettori del sussidio senza averne diritto.