Nelle ultime settimane ha fatto rumore la notizia che molte persone che hanno presentato domanda per il reddito di cittadinanza stanno valutando l’idea, già segnalata ai Patronato cui si sono rivolti per la domanda, di rinunciare al benefit della misura. Oltre che per la scarsità delle cifre erogate a molti richiedenti il reddito di cittadinanza, un’altra motivazione è la paura di controlli e sanzioni nel caso in cui durante l’iter di presentazione della domanda si è volutamente o meno nascosto qualcosa pur di rientrare nella misura. Le scarse cifre che molte famiglie hanno ricevuto per via dei pesanti vincoli e limiti che la misura ha dal punto di vista patrimoniale e reddituale, paragonati ai rigidi controlli che potrebbero subire i beneficiari del sussidio sono un problema che spinge molti cittadini a credere che “non ne valga la pena”.

I promessi controlli e le promesse pesanti sanzioni per i cosiddetti furbetti del reddito di cittadinanza stanno diventando realtà. In Sicilia, nelle Madonie, una coppia di coniugi è la prima ad essere stata stanata e punita con l’accusa di aver richiesto il reddito di cittadinanza non avendone diritto.

Che reato è?

Molti quotidiani locali siciliani hanno dato risalto alla notizia titolando “Scoperti i primi due furbetti del reddito di cittadinanza nelle Madonie”. Infatti i carabinieri del gruppo operativo per la tutela del lavoro di stanza a Palermo, hanno prodotto denuncia verso una coppia di coniugi siciliani con l’accusa di indebita percezione del reddito di cittadinanza. La denuncia è arrivata alla Procura di Termini Imerese nel momento in cui i carabinieri, durante una ispezione presso un cantiere edile, nel controllare l’impresa edile ha trovato diverse anomalie sia per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro che la regolarità del rapporto di lavoro degli operai presenti in cantiere.

Tra questi un uomo che non risultava nemmeno assunto e pertanto, un lavoratore in nero.

L’uomo, durante le indagini è risultato coniuge di una donna che a marzo aveva presentato richiesta per il reddito di cittadinanza. La domanda della signora era stata accolta dall’Inps anche se risultava ancora in attesa della concessione della card con i relativi soldi sopra caricati.

Essendo il reddito di cittadinanza una misura che riguarda il nucleo familiare e non la singola persona richiedente, l’accusa mossa è anche quella di mancata comunicazione di variazioni reddituali e patrimoniali dovute all’attività lavorativa dell’uomo, oltre naturalmente al fatto che l’attività lavorativa dell’uomo rientrava nella pratica illecita di lavoro sommerso.

Le sanzioni comminate sono piuttosto pesanti

Oltre che l’operaio, i carabinieri hanno provveduto a denunciare anche l’impresa, nella figura di uno dei soci amministratori dell’azienda edile. L’accusa per l’impresa è quella di detenzione di lavoratori in nero oltre che di altre violazioni in materia di sicurezza del lavoro, visto che sul posto è stata riscontrata la presenza di un ponteggio non idoneo ai normali regimi di sicurezza sul lavoro, l’assenza di parapetti di protezione, l’assenza di servizi igienici e la presenza di cavi elettrici senza protezione. I carabinieri hanno così comminato sanzioni e ammende rispettivamente per 5.000 e 52.000 euro.