Bollette a 28 giorni: gli operatori sono stati sconfitti e scattano i rimborsi per gli utenti. È arrivata, infatti, la sentenza definitiva della VI sezione del Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso delle compagnie telefoniche coinvolte nella vicenda della tariffazione ai danni dei consumatori. In pratica i clienti si erano improvvisamente ritrovati a pagare su ogni fattura giorni in più rispetto alla fruizione normale del servizio.

Dieci milioni di utenti coinvolti

Sembra essere finita, dunque, una vicenda che si protrae da circa un anno e mezzo.

I ricorsi delle compagnie, Fastweb, Wind 3 e Vodafone sono stati bocciati ma anche per Tim, anche se non è stata emessa ancora la sentenza, in relazione al fatto che ha presentato il ricorso in un momento successivo, si prospetta una analoga procedura. In questa storia sarebbero coinvolti circa dieci milioni di clienti ai quali le compagnie telefoniche avrebbero, in modo illegittimo, ridotto i giorni di fatturazione in bolletta, facendo risultare il pagamento annuo effettivo di tredici mensilità invece delle canoniche dodici. I soldi pagati in più dagli utenti per l'anomala fatturazione nel periodo tra giugno 2017 e aprile 2018, dovranno, quindi, essere restituiti dalle compagnie e dovrà avvenire nei prossimi mesi.

Alcune compagnie si sarebbero già mosse per proporre ai propri utenti delle offerte particolari in alternativa al rimborso.

Risarcimento per i consumatori in arrivo

Riconosciuto finalmente il diritto dei consumatori di riavere gli importi che le compagnie telefoniche hanno illegalmente sottratto loro. I gestori coinvolti dovranno restituire i giorni illegittimamente fatturati che dovrà riguardare tutto il periodo durante il quale è stata applicata la fatturazione non regolare ed è stata confermata il pagamento della multa di 580.000 euro per ogni operatore.

Federconsumatori, che è stata sempre al fianco dei consumatori in questa vicenda, ha fatto presente l’esigenza di non avvalersi, per l'iter della restituzione di quanto dovuto, di modulistica o di altre procedure. Anche il Consiglio di Stato si è pronunciato in tal senso, sottolineando la necessità che i rimborsi debbano avvenire automaticamente in bolletta.

In parallelo le compagnie hanno cercato di opporsi a questo tipo di restituzione automatica ma, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato, non avranno scuse plausibili e saranno costrette a restituire i giorni illegalmente fatturati. I clienti da rimborsare sono quasi dieci milioni e si calcola che agli utenti spetti un rimborso stimato in un massimo di 50 euro, il cui calcolo della somma sarà in relazione alla tipologia del singolo contratto. La sentenza iniziale del Tar prevedeva, in un primo momento, la restituzione delle somme dei giorni aggiuntivi, poi successivamente bloccata in funzione del ricorso presentato dalle compagnie. Ora che la VI sezione del Consiglio di Stato ha deciso definitivamente di non prendere in esame il ricorso, i gestori saranno obbligati, quindi, a risarcire gli utenti dei 'giorni extra' sulle fatturazioni future.

Per poter ricevere il compenso, risulta importante, che l’utente non deve aver accettato, altre misure compensative a lui proposte fino al 14 luglio, attraverso l’attivazione sulla propria linea di giga o bonus di traffico. L'accettazione di tali proposte alternative, infatti, potrà inficiare la restituzione di quanto dovuto. Le somme calcolate a credito avverrà in automatico e non prevede, da parte dell’utente interessato, nessuna domanda o richiesta particolare. Nello specifico non ci sarà un accredito di denaro all’utente ma, a quanto pare, la scadenza del nuovo canone sarà posticipata per il numero di giorni sottratti durante il periodo contemplato dall'anomala fatturazione che potranno essere suddivisi anche in più fatture.