A circa un mese dall'annuncio del fallimento di Hertz, un'altra grande compagnia si è trovata a dover ricorrere al Chapter 11, uno strumento utile alle società per organizzare un piano di ristrutturazione dei debiti. A cadere nel vortice della crisi, stavolta, è stata la Npc International, azienda specializzata nella gestione del franchising dei marchi Pizza Hut e Wendy's.
Il Coronavirus come ultimo colpo di grazia
Un fallimento inaspettato se solo si pensa alla grandezza dell'azienda, detentrice di ben 1/6 delle pizzerie aventi il marchio Pizza Hut.
Tuttavia, a pesare sulla decisione della società, è stato l'ammontare del debito, pari quasi ad un miliardo di dollari. Anche stavolta, dunque, il coronavirus non è risultato essere la causa principale, ma soltanto l'ultimo goccia di una situazione già compromessa. A differenza però di altre società, durante questo periodo, al Chapter 11, il pre-accordo con la maggioranza dei creditori lascia presagire la possibilità di un rapido rilancio. Questo potrebbe consentire anche di mantenere la maggioranza dei ristoranti aperti, cercando così di tutelare i 40.000 dipendenti al servizio del gruppo. Nessuna preoccupazione, almeno per il momento, per tutti gli altri locali Pizza Hut presenti nel mondo.
Scelte sbagliate alle origini del fallimento
La Npc ha aperto nel 1962 il suo primo ristorante Pizza Hut ed è arrivato a oltre 1.225 ristoranti di quella insegna, cui si sommano oltre 385 Wendy's. La mancata capacità di reggere i cambiamenti del proprio settore ne ha, però, causato il fallimento. Eppure le catene di fast food, tra cui quelle del gruppo americano, sono state capaci anche di migliorare le proprie vendite negli ultimi tempi.
A generare, quindi, la situazione critica attuale è stata soprattutto l'incertezza nella programmazione dell'azienda causata soprattutto dai diversi cambi di proprietà nel corso dell'ultimo decennio. La prima cessione, infatti, è avvenuta nel 2013 ed ha visto i nuovi proprietari puntare con forza sull'aumento dei franchising Wendy's sotto la propria gestione, compiendo un'esosa ristrutturazione dei vari locali.
Una spesa in controtendenza rispetto alla sempre maggiore richiesta di delivery da parte dei consumatori, che ha visto accrescere il debito al punto da rendere necessaria la vendita della società, per una seconda volta, nel 2018, a due gruppi di investimento, Delaware Holdings e Eldridge Investment Group. Nonostante l'iniezione di denaro, proveniente dal cambio di proprietà, sono stati in molti a non credere alla possibilità che la Npc potesse reggere il debito maturato e ad arrivare alla situazione attuale.