Il Governo è alle prese con i tanti emendamenti contenuti nel decreto Milleproroghe, fra cui anche quello che riguarda proprio il blocco degli sfratti. Si ricorda che la sospensione di tutti gli sfratti esecutivi (non le convalide di sfratto) per gli immobili a uso abitativo e per quelli a uso commerciale è stata rivolta a tutti quei conduttori morosi, non più in grado di pagare i canoni di locazione mensili dovuti per il godimento dell'immobile. L'esecutivo Draghi sta infatti pensando di effettuare una valutazione sull'anteriorità o la posteriorità dello sfratto per morosità rispetto alla pandemia.

Sebbene infatti il blocco sfratti per ora dovrebbe restare così com'è fino al 30 giugno, ci sarebbe però l'idea di consentire dal primo aprile il rilascio degli immobili se le morosità degli inquilini sono state certificate prima della pandemia (cioè prima di marzo 2020). Dunque in tali casi si potrebbero eseguire gli sfratti per mancato pagamento dei canoni. Per negozi e attività commerciali a fare da spartiacque ci sarebbero state invece le chiusure anti-Covid.

Sugli sfratti, la proroga si dovrebbe attivare il 31 marzo

Quello che è certo è che il 31 marzo è fissato il termine di proroga del blocco degli sfratti per tutti quei provvedimenti partiti prima del marzo scorso, cioè pre Covid-19. Vincenzo Nasini, vicepresidente nazionale di Ape Confedilizia di Genova, auspica un intervento imminente dato che la situazione è ormai diventata insostenibile.

Sono molte le richieste di aiuto dai proprietari “che subiscono da un anno la requisizione di fatto del loro immobile attraverso il blocco degli sfratti”.

Tale misura ha infatti annullato i provvedimenti con i quali i magistrati ordinavano di restituire ai proprietari i loro beni, spesso dopo anni di contenziosi e occupazioni abusive.

Ne consegue che molte famiglie sono state di fatto private del frutto del loro risparmio e quindi anche di una fonte certa di reddito, in molti casi pure in presenza di rate di mutuo da pagare. Nei primi 9 mesi del 2020 sono state infatti circa 38mila le convalide di sfratto, un numero di gran lunga inferiore se si pensa che nel 2019 sono state invece richieste 100mila esecuzioni.

Per gli affitti in corso, servono quindi interventi di sostegno per pagare i canoni. Per quelli oggetto di sentenze, dovrebbero partire gli aiuti a carico dello Stato laddove effettivamente l'inquilino non riesca a pagare perché disoccupato.

Erogazione di ristori ai proprietari e misure di aiuto a carico dello Stato per inquilini

Allo studio del Governo c'è quindi l'erogazione di indennizzi adeguati per gli stessi proprietari, per non penalizzarli ulteriormente, che dovrebbero essere inseriti nel decreto Ristori 5 da approvare entro la fine di febbraio. Si parla anche di esonero del pagamento dell’Imu per il 2021 per tutti gli interessati. Per gli inquilini, non approfittatori, impoveriti effettivamente dalla crisi, invece spunta la possibilità di semplificare le procedure per i sostegni degli affitti e un corposo piano di riforma dell’edilizia pubblica residenziale.

Si auspica quindi anche da parte di tutta l'avvocatura un imminente intervento del Governo che bilanci gli interessi in gioco per evitare ulteriori danni: indisponibilità dell'immobile, Imu comunque da pagare, affitto non percepito, spese per l'avvocato. Per ora si attende un ordine del giorno che raccolga finalmente una soluzione condivisa sul tema da attuare in un nuovo provvedimento definitivo.