Da tempo in Italia si parla di una possibile riforma fiscale, anche se le ricette delle varie forze politiche sono frasi loro piuttosto diverse. Al momento il nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi non ha confermato nessuna manovra fiscale, ma ha parlato del tema anche in occasione del suo discorso in Parlamento in occasione del voto di fiducia, la settimana scorsa.

Riforma fiscale in Italia

Il neo-presidente del Consiglio Mario Draghi, negli interventi effettuati nei giorni scorsi in Parlamento, afferma che, oltre al superamento dell'epidemia da Coronavirus, un altro problema che molto gli preme è la messa in atto di una riforma fiscale.

Secondo il presidente del Consiglio è strettamente necessario rivedere il sistema della tassazione italiana e agire nel minor tempo possibile per cercare, allo stesso tempo, di risanare le casse dello Stato e rimarginare il debito pubblico.

Lo stesso Draghi ha dichiarato che: "Non è una buona idea cambiare le Tasse una alla volta. Ci vuole una revisione profonda dell’Irpef, fatta di razionalizzazioni e semplificazioni del prelievo, in grado di ridurre gradualmente il carico fiscale trovando le risorse per farlo in un rinnovato e rafforzato impegno nell’azione di contrasto all’evasione".

Riferimento al modello danese

Sempre nel suo discorso, parlando di riforma fiscale, Draghi ha dichiarato di volersi ispirare al modello utilizzato in Danimarca, che nel 2008 ha effettuato una riforma fiscale per alleggerire il carico delle tasse sui redditi da lavoro.

Per come è stato formulato, il sistema fiscale danese è stato considerato dal Presidente del consiglio molto funzionale e, soprattutto, difficile da aggirare in termini di evasione fiscale.

In Danimarca sono presenti cinque differenti imposte, di cui una facoltativa, nei confronti delle persone fisiche; inoltre le imposte vengono pagate solamente dai residenti del Paese e, per i non residenti, solamente in riferimento ai redditi provenienti dalla Danimarca stessa.

A tutti i contribuenti per le prime 46.200 corone (ovvero 6212,47 euro) è riconosciuta l'esenzione, l'imposta nazionale è divisa in due scaglioni e infine sono riconosciute molte agevolazioni nei confronti dei lavoratori.

Ovviamente quelle fin ora formulate sono solamente delle ipotesi, in quanto al momento non c'è nulla di sicuro e bisognerà attendere le prossime decisioni concrete del governo Draghi.