Col Decreto Aiuti Bis il governo ha deciso di finanziare la manovra per il taglio del cuneo fiscale, riducendolo di 2 punti percentuali per tutti i lavoratori con redditi fino a 35mila euro. Una manovra richiesta da anni, e che si è concretizzata a seguito dell'aumento vertiginoso dell'inflazione. Ma stando ai calcoli della CGIL, il taglio del cuneo fiscale sarà minimo: si parla di pochi euro a fine mese, qualche decina nel caso di redditi vicini al tetto massimo.
Sindacati in rivolta: "Taglio del cuneo insufficiente"
Nonostante l'aumento dall'1% al 2%, i sindacati CGIL e UIL hanno criticato aspramente questo taglio.
"Risorse insufficienti per affrontare l'emergenza sociale", così cita un recente tweet pubblicato dalla CGIL.
La decontribuzione infatti permetterà di avere pochi euro lordi in più a fine mese. "Si tratta di un incremento tra un euro e 6 euro in più al mese", sottolinea la UIL, riferendosi al calcolo della CGIL sugli imponibili che potranno beneficiare del taglio del cuneo. Infatti si calcola che, alla fine del semestre, il beneficio cumulato varrà tra i 16 e i 194 euro totali, esclusa la tredicesima.
Diversa opinione è quella della CISL. Il rafforzamento del taglio è una prova a favore del Governo, che, stando al segretario Luigi Sbarra, "ha tenuto conto del confronto con il sindacati". Lo stesso Sbarra però ribadisce che gli obiettivi raggiunti "vanno consolidati e migliorati" nella conversione in Parlamento.
Taglio del cuneo, tutti i dati
Con l'approvazione del Decreto Aiuti Bis, il Governo ha ridotto l'importo delle tasse previste per tutte le buste paga dei lavoratori con redditi inferiori o uguali a 35mila euro. Questa decontribuzione doveva arrivare solo all'1%, ma in Consiglio dei ministri il premier Mario Draghi e il Ministro dell'Economia Daniele Franco hanno optato per un rialzo.
"Aggiungiamo 1,2 punti allo 0,8 introdotto a gennaio portando l'abbattimento per il secondo semestre al 2%", così il ministro Franco durante la conferenza stampa.
Per il momento il taglio del cuneo sarà solo dell'1,2% per i lavoratori dipendenti. A titolo d'esempio, chi ha una retribuzione mensile di 227 euro, potrà ricevere solo 2,72 euro lordi, 16,32 euro se si fa il calcolo del cumulato tra luglio e dicembre.
Di contro, per chi ha uno stipendio con imponibile tra 1.497 e 1.909 euro, il benefit varia tra i 17,96 e i 22,9 euro al mese, ovvero tra i 107,76 e i 137,40 euro per tutto il semestre. Nel caso di stipendi vicini al limite massimo, ovvero intorno ai 2.700 euro, non si andrà oltre i 46 euro mensili, poco più di 270 euro per tutto il semestre.
Critiche anche sulla rivalutazione: "Una misura che favorisce i ricchi"
Oltre alla questione relativa al taglio del cuneo fiscale, i sindacati sono critici anche per quanto riguarda la rivalutazione anticipata delle pensioni. Stimata al 2% (con l'aggiunta dello 0,2% per il conguaglio 2022), la CGIL ha calcolato un aumento degli assegni che va da 11 euro per le pensioni da 500 euro, fino ad un massimo di 52,34 euro per gli assegni superiori a 2.500 euro.
Si parla di un aumento trimestrale che va dai 42 ai 201,21 euro.
"Un aumento di circa 10 euro lordi al mese ogni 500 euro di pensione percepita", ha segnalato la UIL una volta pubblicati i dati. In pratica, per una pensione di 1000 euro lordi si tratterebbe di un aumento di soli 86 euro in tre mesi. Lo stesso presidente del patronato IAC-CIA, Alessandro Mastrocinque, ha segnalato come questa rivalutazione "favorisce i ricchi e penalizza i poveri".