Il vertice dei capi di Stato e di governo della Unione Europea inizia oggi 25 giugno a Bruxelles con una doccia fredda. I disaccordi fra gli Stati membri sul problema migratorio, di fatto stronca le ambiziose e controverse proposte presentate dalla Commissione europea in risposta alla emergenza immigrazione in Italia e in Grecia. Il progetto di quote, che i 28 leader europei oggi dovrebbero discutere, mantiene la proposta di trasferire, nei prossimi due anni, 40 mila persone che necessitano di protezione temporanea, ma la misura non sarà un fatto obbligatorio, bensì potrà essere prevista su base volontaria e autonoma dei singoli Stati.

Questa inversione di tendenza si è resa necessaria in seguito alla presa d'atto che "non c'è consenso per fare diversamente", come ammette una nota della Commissione europea.

Nessun obbligo, nessun impegno, nessuna soluzione

L'idea che le quote siano imposte da Bruxelles non piace a nessuno degli Stati membri che non sono direttamente coinvolti dai flussi migratori del Mediterraneo. La richiesta di aiuto ai partner europei, da parte di Italia e Grecia, non sta per materializzarsi. I governi non solo si dichiarano contrari all'imposizione di quote, ma rifiutano persino l'obbligo di prevedere contributi economici a favore di quei Paesi che si prenderanno "volontariamente" in carico una quota dei 40 mila richiedenti asilo.

In poche parole, i Paesi dell'eurozona non accettano nulla, e non vogliono nemmeno considerare il problema se non dal punto di vista opposto: la chiusura dei confini per evitare flussi migratori verso la propria nazione.

La vicenda è esplosiva e controproducente, questo dimostra quanta poca unione vi sia nell'affrontare un problema, come quello dei flussi migratori, che rischia di aggravarsi ulteriormente da qui a pochi mesi.

Invece di accogliere, si chiudono le frontiere

La Francia chiude e respinge gli immigrati, la Gran Bretagna chiude il Tunnel della Manica, la Repubblica Ceca e l'Ungheria rifiutano qualsiasi meccanismo che riguardi i flussi migratori, e si uniscono per costruire un muro alto 4 metri lungo i loro confini.

In effetti, l'Europa invece di accogliere chiude le frontiere. La tanto dichiarata democrazia, civiltà e accoglienza europea è, invero, un mero slogan politico mai confermato. L'Europa appare più come uno struzzo che nasconde la faccia sotto la sabbia per evitare anche solo di sentire parlare del problema. Così facendo, la UE risulta pericolosamente miope, oltre che inutile.

Il problema non è solo del Mediterraneo, a breve la pressione migratoria diventerà insopportabile per chiunque, i flussi arriveranno da ogni parte in Europa: dal sud verso il nord, dall'est verso l'ovest. Come non bastasse, nelle ultime 24 ore l'Ungheria sta facendo uscire, dai propri confini, anche quei rifugiati che precedentemente erano entrati in territorio UE approdando in territorio ungherese. Una mossa altamente scorretta che, tra l'altro, violerebbe il diritto comunitario che obbliga alla registrazione del rifugiato da parte del Paese ove costui è entrato.

Renzi accontentato e, nel contempo, anche smentito

"Noi siamo un grande Paese che può perfino permettersi di risolvere da solo il problema dell'immigrazione.

È l'Europa che non può permettersi di lasciare che un Paese faccia da sé". Con queste parole il premier italiano, Matteo Renzi, ha dimostrato quanto sa essere un politico "sagace e preveggente". Fatto sta che l'Europa lo ha accontentato da un lato, e smentito dall'altro. Accontentato perché ora l'Italia si dovrà arrangiare e, come sempre, cavarsela da sola; smentito perché l'Europa ha chiaramente dimostrato che può benissimo permettere agli Stati membri che facciano da sé.