28 Luglio 1914, l'Impero austro-ungarico dichiara guerra al Regno di Serbia in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo avvenuto esattamente un mese prima a Sarajevo: è l'inizio della Prima Guerra Mondiale, è l'inizio della fine.Oggi, esattamente 101 anni dopo, scocca l'anniversario di quella che è considerata come una delle pagine più drammatiche della storia dell'umanità. Un incubo durato più di quattro anni, una guerra che ha catapultato l'Europa e il Mondo all'interno di un vortice di odio, morte e distruzione.

Il conflitto mobilitò 70 milioni di persone, coinvolse più di 27 stati diversi e venne combattuto anche nei territori colonizzati dalle grandi potenze sparsi in tutto il globo.

Alla fine della guerra si stimarono tra i 16 e i 17 milioni di morti, più di 20 milioni di feriti e quasi 8 milioni di prigionieri. A livello economico i costi diretti per la guerra oscillarono tra i 180 e i 230 miliardi di dollari, senza considerare le successive spese derivanti dalla ricostruzione.

Si potrebbe pensare che gli orrori di questa guerra abbiano orientato il Ventesimo secolo verso una nuova direzione,ma i trattati di pace successivi alla fine del conflitto testimoniano il contrario.Von Clausewitz sosteneva che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, ma il trattato di Versailles dimostrò che è forse la politica la continuazione della guerra con altri mezzi,perché la pace punitiva imposta alla Germania non fece altro che porre le basi per un successivo conflitto mondiale.

Il 28 Luglio di 101 anni fa venne aperta una ferita nel cuore della storia che non si rimarginerà mai. Troppe volte è stato detto che gli errori insegnano, ma troppe volte l'uomo non ha voluto imparare. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare quello che è successo,ma dobbiamo lottare affinché non succeda una terza volta, anche perché, come disse Albert Einstein, “Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre”