Tra i presenti alla cerimonia in ricordo delle vittime del massacro di Srebrenica c'era anche Bill Clinton, all'epoca presidente degli Stati Uniti. Cliton, all'ingresso nel memoriale di Potocari, è stato accolto da un lungo applauso. Suo il merito di aver agito, proponendo l'intervento militare che portò poi alla fine della guerra in Bosnia. "Quello che ho fatto come presidente degli Stati Uniti in Bosnia, e subito dopo in Kosovo, è stata una delle mie azioni più importanti" ha affermato, aggiungendo di essere dispiaciuto per il tempo che impiegarono, in quegli anni, per decidere di intervenire e fermare quella cieca violenza.

E non si è risparmiato nemmeno Barack Obama, invitando la comunità internazionale a chiamare col suo nome quello che successe nel 1995 a Srebrenica: un genocidio. La cosa più importante, ha continuato il presidente degli Stati Uniti, sarà assicurarsi che nessuno resti impunito per il massacro di oltre 8.000 musulmani. Una riconciliazione "vera e duratura", ha aggiunto, si potrà raggiungere soltanto dopo aver riconosciuto completamente quel che successe in passato.

Una vera e propria "sconfitta dell'umanità - dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella -, il cui peso morale e politico grava ancora sulla comunità internazionale per l'incapacità di prevenire  i conflitti che dilaniarono la Jugoslavia".

Il premier Renzi, con un post su Facebook, ha parlato di "responsabilità, innanzitutto politiche, per quel che è successo nei Balcani 20 anni fa". Dello stesso avviso anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, che, al suo arrivo a Potocari, ha affermato che "la comunità internazionale non agì per impedire la pulizia etnica e gli stupri: questa è una responsabilità che di portiamo dietro tutti".