“Pianeta terra blu” o meglio “Blu Planet Earth”. Così si chiamerà la prima banconota da cinque euro in moneta. La nuova moneta ha debuttato oggi in Germania e sarà disponibile a partire da domani nelle filiali della Deutsche Bundesbank e in molte altre banche tedesche.
Su una delle due facce sarà impressa l’aquila che è il simbolo ufficiale della Germania, mentre sull’altra ci sarà un planisfero da cui deriva il nome di Blu Planet Heart. Peserà 9 grammi e avrà un diametro di 27,25 millimetri e sarà completata da un anello centrale di polimeri blu.
In questo modo si scoraggerà quasi del tutto la contraffazione che a questo punto diventa un compito molto più arduo rispetto alla solita banconota. Ricordiamo infatti che proprio la banconota da cinque euro è, secondo le statistiche, una delle più replicate.
Per ora valida solo in Germania
La moneta sarà accettata come mezzo di pagamento soltanto in Germania e non avrà validità al di fuori del paese dove potrà essere utilizzata soltanto come pezzo da collezione. Avviso dunque i turisti che si dovessero trovare in questi giorni in Germania che dovranno spenderla prima di uscire dal paese.
Finora ne sono stati stampati circa 1,5 milioni di esemplari che sono stati subito immessi sul mercato monetario.
Le prime 250mila, però, sono state già tutte prenotate dai collezionisti che l’hanno acquistate al costo di 15.5 euro al pezzo. E probabilmente il numero dei collezionisti aumenterà nei prossimi giorni in quanto, secondo gli analisti, gran parte delle monete coniate finirà per diventare un pezzo da collezione anche se ci sono state delle limitazioni per evitare speculazioni in questo senso.
Infatti, il limite di acquisto imposto dalla Bundesbank è di appena una moneta al giorno a persona.
La moneta da cinque euro rappresenta senz’altro una novità assoluta per l’Eurozona che in futuro potrebbe decidere di estenderne l’adozione in tutti i paesi europei così da dare un aiuto importante alla lotta contro la contraffazione che soltanto negli ultimi anni ha raggiunto cifre record.
