I dati comunicati ieri da Eurostatrelativi all'andamento del PIL europeo nel secondo trimestre del 2015 rispetto al trimestre precedentesono deludenti.Nei 19 Paesi dell'area euro l'economia è cresciuta solo dello 0,3%, risultato fortemente condizionato dai risultati delle tre maggiori economie:Germania(+0,4%),Francia(invariato) eItalia(+0,2%).In controtendenza soloSpagna e Greciacon una crescita rispettivamente dell'1,0% e dello0,8%. Ma lo scatto della Grecia potrebbe rivelarsi un fuoco di paglia, in quanto parte di esso riflette gli acquisti di elettrodomestici, automobili e altri beni durevoli che i greci hanno deciso di comprare negli ultimi mesi pur di non lasciare i loro risparmi nelle banche greche.
Certo non saranno la Spagna e la Grecia a cambiare la situazione e a rilanciare l'Eurozona:ilvero problema si annida soprattutto nelle grandi economie a crescita lenta del continente, come la Francia e l'Italia.
E anche la Germania potrebbe cominciare a vacillare perché la più grande economia della zona euro è fortemente dipendente dalle esportazioni. Le sue industrie potrebbero cominciare a sentire gli effetti dellasvalutazione dello yuancon il conseguente calo della domanda proveniente dallaCina,un importante cliente per i macchinari e le auto tedesche.
Quello che possiamo dire a questo punto èche il programma di stimolo economico dellaBanca Centrale Europea, chesi è impegnata a pompare più di un trilione di euro (1.100 miliardi dollari) nell'economia fino a settembre 2016 per rilanciare la domanda, non è riuscito fino a questo momento a produrre i risultati di crescita voluti sia in termini di PIL che di occupazione.
Un euro svalutato e più competitivo, una maggiore disponibilità di credito e di materie prime a basso costo non sembrano dunque sufficienti per sostenere la ripresa del Vecchio Continente. Mentre l'economia mondiale continua a mandare segnali di una nuova recessione globale,l'Europasembra dunquenavigare a vistagiocando solo di rimessa, incapace di darsi una strategia di sviluppo autonoma che possa una volta per tutte essere da modello per gli altri.