Le recenti tensioni con la Russia, la dilagante russofobia in europa (specie presso i baltici) alimentano in Germania un dibattito sul riarmo che sta raggiungendo il grande pubblico. La Germania ha già aumentato esponenzialmente le spese militari (previsto un +8% nel 2017) e si prepara ad incrementare la quota del 2% di spese militari sul Pil pretesa dalla Nato e da Trump. Del tema dell’atomica tedesca si è discusso su alcuni importanti tabloid in Germania.

Berlino vorrebbe l’atomica?

Non è chiaro però come i tedeschi vorranno raggiungere l’obiettivo di un arsenale nucleare.

Sono state espresse varie ipotesi su come essa potrebbe organizzare l’adozione di un arsenale atomico. Sono due le alternative possibili: il ricorso alla condivisione degli ordigni francesi su scala europea (che difficilmente Parigi accetterebbe) nell’ambito di un piano di difesa europeo comune, del quale la Germania si incaricherebbe di finanziare l'organizzazione (tesi sostenuta da Roderich Kiesewetter, ex colonnello e deputato della CDU al Bundestag); oppure una dotazione autonoma di Berlino dell’ordigno atomico (ipotesi alquanto remota).

Resta il fatto che attualmente è in vigore il principio della “condivisione nucleare”, in base a cui le attrezzature tecniche della Bundeswehr possono trasportare e conservare le bombe americane installate in Germania, mentre i codici di lancio restano custoditi negli Stati Uniti.

Questo principio fu stabilito nel corso della guerra fredda.

Nel quadro di questo che per ora appare solo un wishful thinking condiviso (fortunatamente) solo in alcuni ambienti, la Germina ha puntato – oltre che all’aumento delle spese militari - anche ad un rafforzamento dell’intelligence con una riforma che conferisce maggiore libertà d’azione ai servizi segreti tedeschi.

La riluttanza degli alleati (e della Merkel)

La Francia non è mai stata disponibile a consentire una condivisione della propria Force de frappe con Berlino (già dopo la salita al potere di De Gaulle); così anche la Gran Bretagna ha sempre diffidato di dotare i tedeschi di un potenziale nucleare. Jaroslaw Kaczynski, ex primo ministro polacco, ha sostenuto invece la necessità per l’Europa di “accettare di diventare una superpotenza nucleare”.

Dopo queste dichiarazioni la cancelliera Merkel si è affrettata a negare il piano atomico, affermando che "non ci sono piani per un armamento nucleare in Europa che coinvolga il governo federale".

L’eventuale adozione dell’atomica non sarebbe affatto semplice e, oltre a incontrare la contrarietà degli alleati, pur nel clima di dilagante russofobia e insicurezza, richiederebbe l’uscita della Germania dal Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), al quale ha aderito nel 1960, il che non sarebbe fattibile, a meno di procedere unilateralmente come hanno fatto Corea del Nord (di cui sono note le recenti manovre), Pakistan e India. Una larga maggioranza dei tedeschi, secondo recenti sondaggi, si dice già per di più contraria allo stoccaggio di bombe atomiche Usa su suolo tedesco (la cui presenza è stata rifinanziata da Obama), figuriamoci se accettasse un'atomica tedesca.

Senza contare che una decisione simile porterebbe al rischio di una corsa al riarmo su scala mondiale che si vorrebbe assolutamente evitare.