In Austria le donne non possono vestirsi come vogliono. Dal 1° ottobre è in vigore una legge che vieta l’utilizzo del burka e di altri indumenti femminili che coprono il viso, imposti dalla religione musulmana. Nonostante il presidente austriaco Alexander Van der Bellen cercò di difendere l’uso dell’hijab, il velo islamico, dal mese di ottobre è stata approvata una legge che vieta l’uso del burka in luoghi pubblici. Le ragioni sottostanti sarebbero legate al fatto che i veli sono considerati capi anti-sociali, che rischiano di ostacolare la prevenzione della sicurezza nazionale.

La legge prevede una multa di 150 euro per le donne che indossino un niqab, l’abito che lascia scoperto soltanto gli occhi. La scorsa settimana, due agenti della polizia di Zell am See, una città al sud di Salzsburg, hanno costretto ad una donna a scoprirsi il viso. La donna ha dovuto identificarsi e pagare la multa. La legge contro il burka fa parte di una politica d’integrazione promossa dal governo di Vienna e cerca di assicurare “la coesione in una società aperta”. La normativa penalizza tre degli otto abbigliamenti islamici, quelli che impediscono l’identificazione della persona. Il ministro degli Interni, Karl-Heinz Grundböck, ha dichiarato che si tratta di una misura sociale a favore dell’integrazione e non una politica con connotazione religiosa.