L'Unione europea è chiamata a stabilire una linea comune sull'eventuale riapertura delle frontiere esterne. A partire dal 15 giugno, diversi paesi europei hanno cominciato a riaprire i confini interni, reintroducendo la libera circolazione nell'area Schengen. In questi giorni si sta cercando un accordo per consentire nuovamente i viaggi anche ai cittadini non provenienti dagli Stati membri dell'Ue.
Nella giornata di oggi, 29 giugno, si potrebbe tenere un confronto tra la Commissione europea e i rappresentanti dei singoli paesi. Sul tavolo ci sarebbe un criterio epidemiologico contenente dei parametri che permetterebbero di stilare una prima lista di Stati verso i quali tornare ad autorizzare i voli internazionali.
Tra questi vi sarebbe la Cina, mentre resterebbero esclusi dagli spostamenti gli Usa.
I paesi turistici spingono per la riapertura delle frontiere esterne dell'Ue
In questa fase non ci sarebbe unità d'intenti all'interno dell'Ue sulla riapertura delle frontiere: da un lato ci sarebbero dei governi che vorrebbero muoversi con maggiore cautela per non esporsi nuovamente a rischi di contagio da Covid-19, e dall'altro invece ci sarebbero le realtà più turistiche che starebbero facendo pressione per una maggiore elasticità allo scopo di rilanciare gli spostamenti e di conseguenza anche l'economia. Tra questi vi è la Grecia che già dal 15 giugno ha consentito gli accessi ai turisti provenienti da Cina, Nuova Zelanda e Corea del Sud.
La Spagna, tramite la portavoce del governo Maria Jesus Montero, ha chiaramente esortato a trovare un accordo al più presto.
La Commissione europea propone dei criteri di ammissione
Da Bruxelles hanno elaborato dei parametri epidemiologici che potrebbero essere utilizzati per stabilire a quali paesi extra Ue si potrebbero riaprire i confini.
Stando a questi criteri, si potrebbe dare il via libera a quegli Stati che presentano una media di meno di 16 nuovi contagi da Coronavirus ogni 100.000 abitanti. Seguendo queste indicazioni, sarebbero da escludere i viaggiatori provenienti da Stati Uniti, Brasile e Canada.
Invece verrebbero ammessi nuovamente in Unione europea i turisti provenienti da: Cina, Giappone Corea del Sud, India, Marocco, Cuba, Venezuela, Australia, Nuova Zelanda e i paesi dei Balcani occidentali.
La proposta della Commissione europea prevede anche altri parametri, ossia gli interventi attuati dai paesi terzi per contrastare l'epidemia da Covid-19, e la capacità di stabilizzare i nuovi casi di positività. Ovviamente tutti questi criteri andrebbero accompagnati dalla reciprocità da parte degli altri Stati di consentire a loro volta gli spostamenti dei cittadini europei verso i loro territori.
Sembra però che ci siano degli Stati membri poco convinti di questi parametri, poiché sospettano che i dati forniti da alcuni governi (come ad esempio quello cinese) non siano del tutto affidabili.