Il primo caso dell'utilizzo della culla termica per i bambini messa a disposizione per quelle madri che non intendono tenere il proprio bimbo appena messo al mondo, è stata utilizzata in questo inizio di anno per una neonata non desiderata abbandonata all'ospedale Careggi di Firenze. Si tratta di una culla che era stata installata nel 2012 ma fino ad adesso non era mai stata utilizzata. La culla si trova in una zona accogliente, riscaldata ed attrezzata, dell'ospedale fiorentino per consentire alle madri che non desiderano tenere il proprio bambino, di lasciarlo in questo ambiente realizzato dalla struttura sanitaria per garantire al neonato la sopravvivenza nelle condizioni ideali.
La consegna avviene nell'anonimato e i bambini potranno poi essere affidati ai medici e operatori dell'ospedale che se ne prenderanno cura fino a che non saranno adottati.
Il progetto denominato 'Ninna ho' è stato promosso dalla fondazione Francesca Rava nell'ambito della campagna informativa contro l'abbandono dei neonati ed è primo progetto che sia stato avviato in Italia per tutelare l'infanzia mediante appunto la realizzazione di strutture attrezzate per accogliere i neonati, una specie di Ruota degli esposti moderna, quella che un tempo si trovava fuori dalle Chiese dove venivano lasciati i trovatelli ed i figli illegittimi. La campagna di informazione e sensibilizzazione è espressa in diverse lingue affinché possa essere chiara anche a chi non è di nazionalità italiana e lo scopo è quindi quello di prevenire episodi di abbandono di neonati che a volte vengono ritrovati nei cassonetti dei rifiuti, spesso salvati grazie all'intervento di persone caritatevoli e personale sanitario ma purtroppo non sempre con esiti positivi.
Al progetto dell'ospedale fiorentino di Careggi collabora la Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze. La bambina lasciata nella struttura di accoglienza è stata trasferita nel reparto di terapia intensiva e sta bene, le sue condizioni di salute non destano preoccupazioni. La piccola è stata trovata da alcuni medici ed infermieri avvisati dalle luci delle telecamere installate nell'area di accoglienza, che si sono accese automaticamente. Speriamo che Firenze apra la strada alla realizzazione di progetti simili in altre strutture ospedaliere italiane