Un brutto natale per i lavoratori dei musei fiorentini. Proprio l'Arte, ciò che dovrebbe rappresentare il traino economico per il capoluogo toscano, ha portato delle brutte sorprese per 309 persone. Sono queste infatti che, nei giorni scorsi, hanno alzato la voce protestando davanti agli Uffizi, con volantinaggio per informare l'opinione pubblica. Il motivo è la riforma del ministro Franceschini. Con questa, essi rischiano, di fatto, di trovarsi lo stipendio dimezzato. Nel dettaglio, il problema è alquanto complesso.
Infatti, ciò che si vuole fare è la divisione dei musei statali fiorentini in vari poli museali e in base a questo, riscrivere la gara di concessione per i servizi aggiuntivi museali.
Ciò comporta un bel rischio in quanto il CCNL di riferimento non prevede al suo interno clausola sociale tale da assicurare la continuità del posto di lavoro e della retribuzione. Non c'è certezza di essere riassunti, in pratica. Infatti, se da una parte c'è chi rischia di vedersi dimezzato lo stipendio dall'altra appunto c'è il rischio assai concreto che lo stipendio non sia più percepito.
Mancano tutele e garanzie, sostengono i portavoce della protesta. Inoltre sulla gara di concessione non ci sono notizie o rassicurazioni. Per questo motivo è stato chiesto un incontro al sindaco di Firenze Dario Nardella che nei giorni successivi dovrà incontrare i lavoratori, per evitare incomprensioni e scioperi che causerebbero danni economici ingenti, specie in periodi di festa come in questo periodo.
La richiesta principale è che la gara di concessione sia unica per tutti i servizi aggiuntivi in modo da mantenere il posto di lavoro e gli stessi livelli di retribuzione.
La questione, comunque, non è nuova sulle sponde dell'Arno. Infatti già nel 2010 c'era stato un incontro con l'allora sindaco Matteo Renzi, attuale premier, il quale aveva trovato un accordo, garantendo continuità lavorativa.Alla protesta, del 27 dicembre, si sono unite anche le sigle sindacali di Cgil e Uil.
È auspicabile che in tempi relativamente brevi si possa trovare un accordo che garantisca il lavoro e soddisfi entrambe le parti. Come detto non è un problema nuovo, bensì già affrontato anche dalla precedente giunta; in fondo basterebbe un poco più di volontà ed attenzione per accordarsi e sistemare il tutto.