Per la prima volta a Firenze sarà possibile godere di un’incredibile selezione di sculture e collages di Enrico Baj, uno fra gli indiscussi protagonisti dell’Arte del 900 italiano.

Curata da Angela Sanna, affiancata anche da Roberta Cerini Baj, la mostra ‘Enrico Baj: Le macchine del tempo - Tribù Guermantes Tuberie’ apre le porte al pubblico sabato 18 novembre alla Galleria ZetaEffe di Firenze e sarà visitabile fino al 15 gennaio 2018.

Il percorso

Sono presenti in mostra soprattutto opere appartenenti all’ultimo decennio di attività di Baj. Particolare attenzione viene dedicata a quattro cicli di lavoro realizzati fra il 1993 e il 2003: le 'Maschere', i 'Totem', i 'Guermantes', le 'Opere idrauliche'.

L’itinerario proposto dalla Galleria ZetaEffe ha come scopo quello di rendere omaggio alla creatività inesausta di Baj attraverso l’esposizione di lavori compiuti con materiali sgargianti, spesso imprevedibili, molto differenziati. L'artista milanese infatti era solito sperimentare svariate tecniche che includevano la contaminazione fra materiali eterogenei. Inoltre risentì molto dell'influenza del teatro nella propria arte, primo fra tutti fu l'Ubu Roi di Alfred Jarry a ispirarlo.

Macchine del tempo

Il tema focale della mostra, come suggerisce il titolo stesso, è quello delle ‘macchine del tempo’, intese quali strumenti giocosi, ma rivelatori nel custodire la memoria. Si viene a contatto quindi con opere in cui il fluire degli eventi viene decostruito, reinventato storicamente, riproposto in un dialogo costante fra passato e contemporaneità.

L’ironia di Baj, in stretta combinazione con il suo humour raffinato e la sua tendenza alla critica sociale, gli permette di rappresentare in chiave personalissima universi all’apparenza discordanti: ed è così che la letteratura proustiana può ramificarsi attraverso lo spirito delle civiltà tribali passando per natura e glorie idrauliche.

La magia della ricostruzione

L’artista scardinando le regole che normalizzano lo scorrere logico e cronologico del tempo ricrea la storia, ne propone una versione rinnovata e rinnovabile all’infinito. Il visitatore della mostra si trova perciò nella rete multiconnessa in continua espansione di Baj, dove può sperimentare l’incontro ravvicinato con stregoni leggendari legati a mitologie di antiche civiltà e subito dopo immergersi nel passato recentissimo con tutte le sue problematiche tutt’ora endemiche.