In un'epoca di grave crisi economica come l'attuale situazione che stiamo vivendo e giunti ad un punto cruciale per quanto riguarda la realistica possibilità di rendere il pianeta inabitabile, diventa interessante la valutazione di investimenti nel campo della Green Economy, quel particolare tipo di economia che punta all'ambiente introducendo innovative strategie per la salvaguardia della nostra salute.
L'interessante segnalazione di Achim Steiner, direttore dell'Unep (Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente), riguarda la possibilità di investire nell'economia verde partendo da quei settori che rappresentano un interesse globale, in modo tale che migliorare la qualità della vita coincida con un'ascensionale offerta di lavoro.
Sembrerebbe un'idea geniale, un doppio beneficio in un'unica soluzione, l'uscita dalla crisi migliorando la situazione ambientale. Perchè non si riesce a metterlo in pratica? Inevitabile domandarselo. Sempre Steiner sottolinea che sarebbe sufficiente investire il 2% annuo del Prodotto Interno Lordo Mondiale. Produrre sì, certamente, continuare a farlo, ma con logica, con criterio e scrupolo. Non più produrre inquinando, ma consumare ciò che viene prodotto nel rispetto naturale del suolo e dei mari.
Per quanto riguarda nello specifico l'Italia, è di alcuni giorni fa l'accordo firmato per la riqualificazione degli edifici pubblici e per il miglioramento dell'efficienza energetica utilizzando energie rinnovabili.
L'alleanza stipulata tra Paolo Buzzetti (presidente dell'ANCE), Piero Fassino (presidente dell'ANCI) e Paolo Lelli (commissario ENEA) può essere vista in tale ottica come un entusiasmante segnale a cui rivolgere le nostre potenzialità d'investimento, al fine di migliorare la sicurezza sismica del paese e garantire la stabilità idrogeologica, utilizzando energie rinnovabili e migliorando l'efficienza energetica delle risorse disponibili.