Aggiorniamo l'analisi quotidiana dell'indice FTSE MIB italiano. Beh, se qualcuno avesse provato a mettere in pratica lo short ipotizzato nello scorso articolo per i traders più aggressivi, oggi si potrebbe ritenere piuttosto soddisfatto...

L'indice in giornata è diminuito sensibilmente, perdendo addirittura il 3,61%. Nei giorni precedenti si consigliava di prendere profitto sulle posizioni aperte long; nel caso invece non siate entrati al ribasso non prendetevela troppo, sempre meglio un mancato guadagno che una possibile perdita.

Grafico settimanale

Il settimanale rimane sempre impostato al rialzo; i primi segnali di cambiamento si avrebbero solamente con la discesa di UGO sotto 80 e la perdita dei supporti a 19.820 in prima battuta e la zona dei 18.800 punti in un secondo momento.

Grafico giornaliero

L'indice segue al ribasso l'andamento dello Stocastico lento, oramai sceso sotto l'importante livello di 50; dopo la giornata interlocutoria di ieri, i prezzi hanno raggiunto il primo supporto identificato nella EMA 65 e successivamente hanno letteralmente abbattuto il livello di 20.820.

A questo punto diventa plausibile un ritorno sui minimi recenti più importanti, ancora piuttosto lontani a 19.760 punti, prima dell'ultimo baluardo costituito dalla EMA 200.

Per rivedere uno spiraglio di luce il FTSE MIB deve recuperare la EMA 65, evento che potrebbe fermare la discesa di UGO e favorirne l'inversione. Per chi fosse entrato short si consiglia di spostare lo stop loss sulla EMA 35 e lasciare spazio al ribasso.

La sensazione è che il mercato italiano debba ancora percorrere un po' di strada in discesa, confermando quello che sembra essere a tutti gli effetti un punto di massimo assoluto difficilmente superabile nei prossimi mesi. Da rimarcare la perdita di forza relativa del FTSE MIB nei confronti del DAX e degli indici americani, ancora sui massimi di periodo.

In aggiunta si rileva anche l'accenno di ripresa verso l'alto del TNote a 10 anni, che lascia intuire l'intenzione della FED di mantenere elevata la liquidità del sistema favorendo ancora una volta la salita delle borse americane. Dal lato europeo, su questo punto, rimangono solamente le parole di Draghi, che però non sono al momento seguite dai fatti.

Invece sarà interessante vedere cosa faranno le banche nostrane, costrette tra questo e il prossimo anno a ingenti aumenti di capitale: sicuramente preferirebbero dei corsi azionari più sostenuti, ma saranno in grado di mantenere elevate le loro quotazioni fino al momento delle nuove collocazioni?