Riforma Pensioni Letta: quali modifiche al sistema previdenziale italiano sono contenute negli emendamenti alla legge di stabilità, presto in discussione alla Camera? Al centro della discussione la rivalutazione e il cumulo pensione-stipendio. Vediamo insieme cosa potrebbe cambiare.
Riforma pensioni, come cambia la rivalutazione
L'adeguamento degli assegni pensionistici all'inflazione è uno dei temi più discussi del momento. L'ultima ipotesi al vaglio dei Parlamentari, contenuta in un emendamento presentato dal relatore Maino Marchi del PD, prevede un piccolo incremento della rivalutazione - dal 90 al 95% - per le pensioni tra 3 e 4 volte il minimo Inps, vale a dire tra i 1500 e i 2000 euro.
La misura varrebbe nel triennio 2014-2016.
Le coperture? Verrebbero da un ritocco agli assegni più alti. Nel dettaglio, indicizzazione al 50% per le pensioni tra 5 e 6 volte il minimo, e per gli assegni superiori a 6 volte rivalutazione al 40% per il 2014 e al 45% per i due anni successivi.
Riforma pensioni e legge di stabilità, cumulo nel mirino
In questi giorni altro tema al centro del dibattito è il cumulo tra pensione e stipendio. Potrebbe quindi tornare, per chi percepisce assegni pensionistici alti, il divieto di cumulare redditi da stipendio pubblico, un divieto cancellato nel 2008.
Tre le proposte del Parlamento che vanno in questa direzione. Il primo emendamento, presentato da alcuni esponenti di Scelta Civica, prevede un limite complessivo di 150 mila euro per la somma di redditi da lavoro, dipendente o autonomo, e redditi da pensione.
Nel caso in cui tale soglia viene superata, scatta la riduzione automatica dell'assegno pensionistico, che viene addirittura azzerato se i redditi da lavoro superano da soli i 150 mila euro.
Il secondo emendamento, presentato da Roberto Speranza, capogruppo PD alla Camera: anche in questo caso c'è un limite a 150 euro per il cumulo, ma il meccanismo di tagli colpisce in modo diverso l'assegno pensionistico.
Più drastico il terzo emendamento al vaglio, a firma Castricone e Ginefra del PD: esso prevede espressamente il divieto a percepire la pensione per chi ha redditi da lavoro, che esso sia dipendente o autonomo.
Con la sola eccezione di quei pensionati il cui reddito complessivo non arriva a cinque volte il trattamento minimo Inps.
Quale linea prevarrà? Quali cambiamenti apporterà il governo Letta al sistema delle pensioni?