Se il mondo va avanti di questo passo, occorre ridimensionare le pretese e fare un passo indietro per ritornare orgogliosamente alle origini che in pratica, significa ritornare a lavorare la terra. Quella terra ora martoriata, tartassata, cementata che per tanti anni ci ha sfamati dando all'uomo tutti quei prodotti necessari per la sopravvivenza. Fra non molto, la nostra società, avrà più necessità di un lembo di terra che di un pozzo di petrolio.

Infatti i granai del mondo si stanno esaurendo, sia a causa delle colate di cemento, che per le avversità del clima che distrugge una gran parte dei raccolti.

Pure le coltivazioni di riso hanno subito grossi rallentamenti. Perfino la Cina, il silos dell'Asia, sta subendo forti perdite e il riso era il prodotto primario di tante nazioni che ora devono centillinare a causa della grande carestia.

L'agricoltura italiana, fino a poco prima della seconda guerra mondiale, era il fulcro dell'economia, il settore primario, nonostante i mezzi a disposizione per il lavoro dei campi fossero veramente pochi. La maggior parte dei contadini erano mezzadri e dovevano dividere i raccolti al 50% con i proprietari dei poderi. Non navigavano nella'abbondanza, ma il mangiare era assicurato a differenza di altre categorie di lavoratori che facevano fatica a sbarcare il lunario.

Oggi l'agricoltura con l'avvento del progresso, ma anche per la poca voglia di zappare la terra, è stata lasciata al suo destino e lo Stato non è che ha fatto molto perché ciò non accadesse. I contadini hanno iniziato a lasciare i poderi poco prima degli anni sessanta per andare a trovare un lavoro più redditizio e meno faticoso presso qualche fabbrica in qualche città o paese di pianura.

Ancor oggi, andando per frazioni e paesi collinari, si possono vedere case coloniche diventati ruderi abbandonati e campi pieni di sterpaglie dove anni addietro ondeggiava al vento il biondo grano.

Ritornando al discorso iniziale, pare stia apparendo all'orizzonte la possibilità di un ritorno alle origini, anche per via di questa tremenda crisi che ci sta attanagliando e sono tanti anche i pensionati ad esempio che stanno lavorando pezzetti di terra donati dai Comuni per dar loro la possibilità di aiutare le proprie famiglie.

Ma, anche in campagna si vedono delle nuove aziende con nuovi macchinari che con l'aiuto dello Stato, stanno lavorando appezzamenti di terreni abbandonati da anni e con profitto. E, lavorare nei campi, è molto più salutare che lavorare in una fabbrica dove fuma la ciminiera.